Licenza di clonare – da Dolly all’uomo –
(AGI) – Londra, 22 apr. – Un medico esperto nella cura dell’infertilita’ sostiene di aver clonato 14 esseri umani e di averne trasferiti 11 nel grembo di quattro donne disposte a mettere al mondo bebe’ clonati. Il sensazionale annuncio arriva dalle pagine dell'”Independent”. La clonazione e’ stata anche filmata da Peter Williams, un produttore di documentari, che ha assicurato al quotidiano britannico che la clonazione c’e’ effettivamente stata e che le donne speravano davvero di rimanere incinte. Panayiotis Zavos, statunitense di origine cipriote con cliniche nel Kentucky e a Cipro, ha dunque infranto l’ultimo tabu’, quello di trasferire embrioni clonati in un grembo femminile, una procedura che e’ illegale in moltissimi Paesi. L’intervento e’ avvenuto in un laboratorio segreto, probabilmente situato in un Paese mediorientale dove la clonazione non e’ vietata; e il filmato di Williams sara’ trasmesso in Gran Bretagna, in serata, dal canale televisivo Discovery Channel. I pazienti -tre coppie e una donna single- arrivavano da Gran Bretagna, Stati Uniti e da un Paese non rivelato, probabilmente mediorientale. Nessuno degli embrioni trasferiti ha portato a una gravidanza effettiva, ma Zavos sostiene che il suo e’ stato solo il “primo capitolo” nel suo reiteratotentativo di produrre bebe’ clonati a partire da cellule della pelle di un “genitore”. “Non c’e’ alcun dubbio su questo, magari non saro’ io a realizzarlo, ma il bimbo clonato e’ destinato a nascere. Non c’e’ alcun modo di impedirlo”, ha detto Zavos intervistato dall'”Independent”. “Se intensifichiamo i nostri sforzi possiamo avere un bebe’ clonato in un anno o due, ma io non so se possiamo rafforzare i nostri esperimenti.
Non siamo pressati al fine di mettere al mondo un bebe’ clonato, subiamo pressioni per produrre un bebe’ clonato sano”. L’annuncio e’ destinato a suscitare polemiche in seno alla stessa categoria medica, considerando che,ricorda il quotidiano britannico, nel 2004 furono gli stessi specialisti che si occupano della cura dell’infertilita’ a chiedere alla stampa britannica di non dare pubblicita’ al lavoro del ricercatore cipriota-statunitense, il quale non forniva prove per suffragare le sue affermazioni. Nel frattempo varie coppie si sono messe in contatto con Zavos e gli hanno chiesto aiuto per superare la loro infertilita’ usando la stessa tecnica di clonazione utilizzata per creare la pecora Dolly nel 1996 in Scozia. “Ricevo richieste ogni giorno. Al momento abbiamo avuto 100 richieste e tutte sono serie. Il criterio e’ che considerano la riproduzione umana con clonazione come l’unica opzione disponibile dopo aver esperito tutte le altre”. “Non siamo interessati a clonare i Michael Jordans o i Michael Jackson di questo mondo. Non sono i ricchi e i famosi che si interessano a tutto cio'”. Ci vollero 277 tentativi per creare Dolly, ma da allora la procedura di clonazione negli animali e’ stata messa a punto ed e’ diventata piu’ efficace, sebbene molti esperti nel campo ritengono che sia ancora troppo pericoloso utilizzare questa tecnica nella cura dell’infertilita’ umana. Zavos tuttavia ritiene che molti dei problemi legati alla clonazione animale -per esempio, i difetti congeniti- siano stati risolti. “Nel futuro, quando ci metteremo seriamente a fare le cose nel modo giusto, questa (tecnica) sara’ molto facile”. Zavos ha anche rivelato di aver creato un embrione umano clonato da tre persone morte, tra cui una bimba di 10 anni -Cady- morta in un incidente stradale (un esperimento realizzato su richiesta dei parenti stravolti dal dolore e che volevano ricreare cloni dei loro amati). In questo caso, Zavos ha fuso cellule prese dai cadaveri non con ovuli di esseri umani, ma con ovuli prelevati da mucche a cui era stato estratto il materiale genetico; una procedura che gli ha permesso di creare un modello ibrido animale-umano, che gli ha consentito di studiare il procedimento di clonazione umana. Zavos ha assicurato che non era sua intenzione trasferire nessuno di questi embrioni nel grembo femminile, per quanto la madre di Cady gli avesse detto che era disponibile se ci fosse stata anche una sola speranza di riportare in vita la bimba. “Non trasferirei mai questi embrioni. Non lo abbiamo fatto per trasferire questi embrioni: questo modello ibrido e’ il processo che ci ha salvato, un modello creato perche’ potessimo imparare. Prima si realizza il modello e poi si arriva all’obiettivo. Non volevamo fare esperimenti con embrioni umani e questo e’ il motivo per cui abbiamo sviluppato un modello ibrido”. In ogni caso, cellule dell'”embrione” di Cady potrebbero un giorno essere estratte dal modello ibrido congelato e fuse con un ovulo umano svuotato del materiale genetico; e questo duplice processo di clonazione potrebbe produrre un embrione umano che, secondo Zavos, potrebbe essere trasferito in un grembo per creare il clone della piccola Cady.