NNAL Test – per i fumatori un nuovo allarme

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Roma, 20 apr. (Adnkronos Salute) – Un test delle urine può predire se un fumatore si ammalerà di cancro del polmone. A metterlo a punto sono stati i ricercatori dell’università del Minnesota, negli Usa, che potrebbero aver dunque scoperto perché non tutti i tabagisti siano colpiti da questo tumore, nonostante il vizio sia un fattore di rischio noto, e non solo per la neoplasia polmonare. La ricerca, presentata al 100esimo Congresso dell’American Association for Cancer Research in corso a Denver, ha implicazioni importantissime per la diagnosi precoce del ‘big killer’ per eccellenza fra i tumori, difficile da scovare precocemente e che, anche per questo, ancora non perdona. L’equipe, coordinata da Jian-Min Yuan, è partita dall’ipotesi che la presenza del metabolita Nnal nelle urine sia un marcatore del rischio di cancro del polmone. Nei test sugli animali tale sostanza si è rivelata in grado di favorire questo tumore, ma gli effetti sull’uomo non erano ancora stati studiati. I ricercatori hanno raccolto e analizzato i dati di 18.244 uomini arruolati nello Shanghai Cohort Study e di 63.257 partecipanti (in questo caso uomini e donne) al Singapore Chinese Health Study. Oltre a interviste per valutare gli stili di vita, e dunque abitudini alimentari e vizio del fumo, sono stati raccolti campioni di sangue e urine di più di 50 mila persone. Per chiarire il ruolo del metabolita Nnal, gli scienziati si sono concentrati su 246 fumatori che avevano sviluppato un tumore del polmone e 245 che invece non si erano ammalati nei 10 anni seguiti alle interviste e alla raccolta del materiale biologico.

Le persone con livelli medi di Nnal sono risultate il 43% più a rischio di cancro del polmone rispetto a chi aveva scarsissime concentrazioni della sostanza. I partecipanti con livelli elevati di Nnal correvano più del doppio del rischio di ammalarsi. Anche la quantità di nicotina nelle urine è stata calcolata: è risultato che un’elevata concentrazione, insieme ad alti livelli di Nnal, aumenta il pericolo tumore del polmone di ben 8,5 volte, rispetto ai fumatori con scarse quantità di queste sostanze nelle urine. “Fumare porta al cancro dei polmoni – conclude Yuan – ma nelle sigarette ci sono circa 60 possibili cancerogeni. Più accuratamente riusciremo a identificare il colpevole, più precisamente saremo in grado di predire il rischio”. E, si spera, scovare il tumore in fase iniziale. (Mad/Adnkronos Salute)

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