Oncoproteine tracciabili da una goccia di sangue
I progressi tecnologici nel campo dell’individuazione precoce del cancro potrebbero portare a breve a chiudere l’era della rimozione, tramite biopsia chirurgica, di pezzi di tessuto per l’analisi laboratoriale e aprire le porte a una nuova tecnica basata su una semplice puntura su un dito. Le nuove tecniche infatti stanno rendendo possibile l’analisi delle proteine cancerogene attraverso una piccola goccia di sangue o tramite un piccolo prelevamento di tessuto, pari a quattro nanogrammi (in parole povere, una porzione più piccola di un punto all’interno di una frase scritta sul computer).
L’uso di queste tecniche dovrebbe anche rilanciare la possibilità di cure efficaci permettendo un veloce e facile monitoraggio del paziente e delle sue risposte alle cure. Sebbene le ricerche oggi si limitino a usare queste metodologie solo per i casi di tumori del sangue, gli scienziati sono ottimisti che in un futuro prossimo sarà possibile applicarle anche a tumori solidi e già adesso sono in corso test su casi di tumori celebrali e alla gola.
I ricercatori della Stanford University in California hanno sviluppato una macchina capace di separare le proteine associate al cancro attraverso l’utilizzo di cariche elettriche. I risultati variano infatti a secondo delle modificazione delle superficie delle proteine. In base a come gli agenti del sistema immunitario, noti come anticorpi, si legano a specifiche molecole, si possono identificare la mole e la posizione delle diverse proteine. Questa tecnica permette ai ricercatori di monitorare i diversi livelli di attività dei geni cancerogeni all’interno dei linfomi umani e di distinguere i diversi tipi di linfomi. Il gruppo di ricerca ha trovato che questa tecnica lavora molto bene sulle cavie da laboratorio sia per quel che riguarda i linfomi sia per le cellule tumorali in generale. Questo sistema è stato chiamato nanofluidic proteomic immunoassay (NIA).
Secondo uno degli scienziati, il dottor Dean Feisher, “Questa tecnologia ci permette di analizzare le proteine associate al cancro in scala ridottissima. Non solo si individuano i livelli di proteina nell’ordine dei psicogrammi, un trilionesimo di grammo, ma si osservano anche i più piccoli cambiamenti che avvengono nella proteina.”
Il tema è stato anche in grado di confermare gli effetti anti cancro dei farmaci a base di statine anti colesterolo sui pazienti affetti da linfoma. Riguardo a questo aspetto, ancora Feisher afferma, “E’ la prima volta che è stato possibile osservare come un singolo preparato agisca sulla biologia della cellule cancerogene dei pazienti. “E riconosce infine che “oggi abbiamo uno strumento che davvero ci aiuta a guardare cosa succedere nelle cellule nel tempo.” Questi risultati e queste analisi sono stati pubblicati sulla versione on line della rivista Nature Medicine.
Alice Fan, ricercatrice presso il reparto di oncologia della Stanford’s medical school, è convinta che la tecnica offre nuove speranze per un progresso notevole nel controllo delle cellule tumorali durante il trattamento. Dichiara, “Lo standard che oggi viene solitamente usato per osservare i progressi della terapia è quello di aspettare settimane per verificare le risposte della massa tumorale. Sarebbe un vero proprio balzo in avanti se potessimo controllare continuamente cosa succede a livello cellulare.”I ricercatori, però, tengono a mostrare cautela e insistono che ci sarà bisogno ancora di test e analisi prima che questa metodologia diventi accessibile clinicamente.