Cellule staminali da cordone ombelicale: in un anno raddoppiati i trapianti
Nel mondo i trapianti di staminali da cordone ombelicale aumentano ogni anno: si è passati dai 10.000 interventi del 2007 ai 20.000 nel 2008.
Le cellule staminali da cordone ombelicale si sono infatti rivelate preziose per curare malattie quali leucemie, linfomi, ma anche malattie rare come la talassemia.
Rispetto ad altre fonti di staminali, come il midollo osseo o il sangue periferico, le staminali da cordone hanno dei vantaggi. Basti pensare che in caso di leucemia linfoide acuta in età pediatrica il trapianto di cellule staminali da cordone aumenta del 20% la probabilità di sopravvivenza.
Il successo degli interventi con staminali cordonali dipende da diversi fattori, tra i quali la loro maggiore compatibilità anche nel caso di trapianto eterologo, con una diminuzione del rischio di rigetto. Nel caso di trapianti con staminali dal proprio cordone (trapianto autologo), la compatibilità è naturalmente totale. Inoltre il sangue cordonale è immediatamente reperibile, sterile e di facile conservazione.
Alla luce di queste evidenze, oggi 10.000 cordoni ombelicali italiani sono conservati nelle banche private estere e circa 20.000 unità di sangue cordonale sono conservate presso le 18 banche pubbliche italiane. Infatti, oggi, si può sia donare il cordone ad una banca pubblica che conservarlo privatamente per la propria famiglia. Ma come scegliere?
“Per molti versi si tratta di una scelta individuale ma dovrebbe essere fondata su un’attenta raccolta delle informazioni riguardo alle due possibilità. – spiega Irene Martini, Presidente di Smart Bank Foundation, l’ente di divulgazione scientifica sul sangue del cordone ombelicale nato su iniziativa di SmartBank. – Le banche pubbliche conservano il sangue del cordone donato per un potenziale utilizzo su pazienti sottoposti a trapianto. Il sangue è catalogato in registri internazionali ed il donatore rimane anonimo.
Molte delle malattie per le quali i bambini sono sottoposti a trapianti di cellule staminali, come leucemia e malattie genetiche, necessitano di cellule provenienti da un’altra persona. Se si dona il sangue del cordone del proprio figlio ad una banca pubblica, la donazione può salvare una vita, ma non si ha la garanzia di poter disporre del sangue per un familiare successivamente, salvo particolari casi di malattie genetiche già diagnosticate in un fratellino o sorellina.” – precisa Martini.
L’utilizzo del cordone per trapianto su propri familiari è un uso frequente e di grande successo in trapiantologia, vista l’immediata reperibilità del campione e la probabilità elevata di essere compatibili tra soggetti appartenenti allo stesso nucleo familiare. Una persona ha, infatti, generalmente 1 possibilità su 40.000 di trovare un donatore compatibile mentre, se la ricerca viene fatta sui familiari, la probabilità di trovare un parente compatibile è del 25% (1 su 4). Grazie a ciò 1/3 dei trapianti di staminali a livello mondiale viene effettuato tra consanguinei. Secondo uno studio, fatto dalla NMDP-National Marrow Donor Programm la percentuale di sopravvivenza ad un anno da trapianto di staminali con le cellule da consaguinei raddoppia, passando dal 29% al 63%.
“Le banche familiari sono banche private che – continua Martini – conservano il sangue del cordone in modo che la famiglia del neonato possa riutilizzarlo in un futuro per il neonato stesso o i familiari se necessario. I genitori detengono il sangue del cordone fino a quando il bambino diventa adulto. Il sangue del cordone può un giorno rendersi utile per il figlio, o essere usato per un fratello.”
La metà dei trapianti di staminali in età adulta è infatti del tipo autologo, un trapianto utilizzato sopratuttto per curare malattie quali il linfoma di Hodgkin, mieloma multiplo, neuroblastoma e tutte le patologie legate alla medicina rigenerativa, quali per esempio il diabete di tipo I. Non solo.
“In futuro – spiega Martini – se il sangue del cordone sarà utilizzato di routine per la medicina rigenerativa, allora la probabilità di uso per i proprio bambino (autologo) potrebbe crescere significativamente.” Attualmente, la probabilità che una persona possa aver necessità di un trapianto di cellule staminali rigenerative prima dei 20 anni è di circa di 1 su 1700, mentre dall’età di 70 anni diventa di 1 su 200.
Nel caso una mamma decida di donare il proprio cordone dovrà rivolgersi ad un ospedale accreditato al prelievo. In Italia al momento ne esistono 290 per un totale di 18 banche di donazione. Nel caso decida, invece, di conservarlo in una banca privata, è bene che la selezione della struttura alla quale rivolgersi segua regole precise, per garantire la massima qualità della conservazione.
A questo proposito, un criterio di selezione particolarmente importante riguarda gli standard qualitativi dei laboratori presso i quali il proprio cordone ombelicale sarà conservato. Come prima cosa, dunque, la mamma dovrà controllare che:
* il laboratorio della banca cordonale operi nel pieno rispetto della normativa comunitaria che garantisce la libera circolazione delle cellule staminali conservate in tutta l’Unione Europea, unico criterio per garantire l’importabilità delle cellule staminali in Italia
* il laboratorio deve operare secondo il protocollo internazionale GMP (Good Manufacturing Practices) dell’Oms, Organizzazione mondiale della sanità ed essere in possesso dei certificati ISO 9001:2000 e ISO 13485:2003. Inoltre dovrebbe avere l’accreditamento con FACT (Foundation of Accreditation of Cellular Therapy) e EFI (European Federetation of Immunogenetics) e aver ricevuto uno o più dei seguenti accrediti a Società internazionali: American National Standards Institute Regulatory Accrediting Body, Advancing Transfusion and Cellular Therapies Worldwide.
* la banca certifichi la qualità e quantità di cellule staminali cordonali e leucocitarie conservate a seguito del prelievo
Inoltre, poiché la conservazione privata ha un costo, sarebbe opportuno che la banca privata garantisca il diritto di recesso in caso di prelievo insufficiente per un trapianto alla luce degli standard scientifici attuali.
Nonostante i 290 ospedali accreditati per la donazione, questa all’atto pratico risulta ancora difficile, mi pemetto quindi di segnalare e consigliare strutture private, per chi volesse fare la conservazione autologa, come la banca privata Future Health accreditata MHRA e con Licenza HTA. Grazie Diana
Gentile Diana, Ovviamente le segnalazioni sono sempre registrate, se costruttive ai fini informativi.
Quindi voglio ringraziarla e La invito, qualora il Suo tempo libero rendesse favorevole la cosa, a farmi avere maggior materiale sulla struttura che ha sopra citato (con link).
La ringrazio cordialmente
Salve liquidroon, io da semplice utente quale sono, posso dirle che mi sono rivolto alla banca sopra citata ricevendo assistenza e gentilezza. Le maggiori informazioni che potrei darle non sarebbero mai abbastanza come quelle che potrebbe darle la Banca stessa. Le segnalo la pagina dove può contattare la banca scrivendo una mail o chiamando direttamente. Un saluto D.
salve,come posso mettermi in conttatto con voi?
Un bell’articolo complimenti.
Le apllicazioni sono in aumento e diventa assolutamente importante raccogliere i cordoni per la donazione o l’autologa sottraendoli al cassonetto.
Il 95% dei cordoni italiani vengono infatti gettati (500.00. ogni anno).
saluti