(AGI) – Cagliari – La tecnologia 3D apre nuove frontiere per la cura e la diagnosi dei tumori cervico-facciali e della base cranica. Un neuronavigatore, utilizzato per la prima volta in Italia nel reparto di otorinolaringoiatria dell’ospedale SS. Trinita’ di Cagliari, e’ in grado di visualizzare malformazioni e neoplasie attraverso un’immagine tridimensionale. L’apparecchio di ultima generazione, che sfrutta la tecnologia satellitare, consente di visualizzare i tumori con estrema precisione offrendo un ottimale orientamento anatomico durante l’intervento chirurgico che unisce le immagini con la risonanza magnetica e con la Pet. La neuronavigazione, infatti, rappresenta oggi il miglior approccio per le procedure otoneurochirurgiche complesse poiche’ e’ l’unica metodica che garantisce un’alta precisione con una minima invasivita’ e minori complicanze. Il macchinario, gia’ testato dal luglio dello scorso anno su quindici pazienti, e’ impiegato soprattutto nella chirurgia cervico-facciale per tumori benigni e maligni della base cranica, processi infiammatori cronici come sinusiti complicate e poliposi, disturbi malformativi, ma entro l’anno, in collaborazione con l’Universita’ di Lipsia, potra’ essere utilizzato anche per la chirurgia dell’orecchio.
Il neuronavigatore e’ una guida costante per il chirurgo durante tutto l’intervento”, ha spiegato in una conferenza stampa il primario Giorgio Tore assieme al direttore generale dell’Asl 8 Benedetto Barranu e l’assessore regionale alla Sanita’ Antonello Liori, “poiche’, integrando le immagini neuroradiologiche con la posizione del paziente, permette di controllare continuamente il movimento degli strumenti chirurgici”.


Il neuronavigatore, composto da un computer e da un’antenna collocata sul volto del paziente, e collegato a una tac applicata sotto lo schermo del macchinario e direttamente nel microscopio operatorio, in modo da guidare il chirurgo nella scelta del miglior tragitto per circoscrivere un tumore dal tessuto sano circostante e per individuare la miglior traiettoria di approccio. La macchina, infatti, mostra ricostruzioni simultanee delle immagini su 3D che permettono anche di ottenere informazioni sull’esatta localizzazione della lesione, i rapporti con le strutture attigue e sui danni che ha eventualmente provocato.

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