Istituto Tumori: trapianto staminali piu’ sicuro

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linfociti_cd4cd8

Ruolo linfociti CD4 e CD8

Ruolo linfociti CD4 e CD8
Ruolo linfociti CD4 e CD8

(Aduc salute 11 maggio)Trapianto piu’ sicuro di cellule staminali non completamente compatibili. Sono incoraggianti i risultati che arrivano da una terapia cellulare post-trapianto, che potenzia il sistema immunitario contro alcune infezioni virali ed il tumore, messa a punto, per la prima volta, alla Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

All’INT e’ stato, infatti, condotto il primo studio al mondo di fase I-II, pubblicato su Blood, il cui obiettivo principale era quello di valutare l’utilizzo di una radio-chemioterapia a basse dosi, seguita da infusioni post-trapianto di basse dosi di linfociti del donatore (linfociti CD8-depleti) nel contesto di un trapianto, di staminali ematopoietiche, compatibile solo al 50%. Scopo dello studio era diminuire la tossicita’ del trapianto e migliorare la funzione del sistema immunitario dopo il trapianto per ridurre la mortalita’ da infezioni e da recidiva della malattia.

Il trapianto di cellule staminali provenienti da un donatore pienamente compatibile (HLA-identico), rappresenta un’opzione terapeutica per molti malati con tumori del sangue. Tuttavia, solamente per il 50-60% dei pazienti si riesce a trovare un donatore familiare o dal registro internazionale pienamente compatibile. Per i pazienti con leucemie o linfomi ad alto rischio di recidiva precoce che non riescono a trovare un donatore identico, l’unica alternativa concreta puo’ essere il trapianto da un donatore familiare compatibile al 50% (trapianto aploidentico) o l’uso del cordone ombelicale per i pazienti di basso peso o pediatrici.

In passato, l’utilizzo del trapianto da donatore parzialmente compatibile e’ stato ostacolato a causa dei pesanti effetti collaterali. Nuove strategie per migliorare i risultati si sono rese sempre piu’ necessarie. Lo studio ha arruolato 28 pazienti adulti affetti da neoplasie ematologiche avanzate che non avevano nessuna altra alternativa terapeutica per sopravvivere alla loro malattia: 24 linfomi e 4 leucemie acute. La mortalita’ trapiantologica a 2 anni e’ stata ridotta dal 40-50% al 25%. La sopravvivenza globale a 2 anni e’ stata del 44% con un miglior risultato rilevato per pazienti con malattia chemiosensibile (sopravvivenza a 2 anni del 75%).


Complessivamente sono state effettuate 54 infusioni di linfociti CD8-depleti del donatore a 23 pazienti, utilizzando 3 dosi diverse di cellule con lo scopo di definire quale fosse quella piu’ indicata nel favorire la ricostituzione di una efficace immunita’ verso gli agenti infettivi e le eventuali cellule tumorali residue, riducendo le probabilita’ di indurre da parte delle cellule trapiantate un’aggressione nei confronti del ricevente. Le infusioni sono state ben tollerate dai pazienti, non hanno causato perdita di attecchimento del trapianto e non hanno indotto tossicita’ acute.

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