Le ultime novità sull’emicrania: il farmaco più furbo supera anche gli ostacoli genetici

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Emicrania, disturbo legato anche ad un'intensa contrazione muscolare, o ad una circolazione sanguigna inappropriata

Emicrania, disturbo legato anche ad un'intensa contrazione muscolare, o ad una circolazione sanguigna inappropriata
Emicrania, disturbo legato anche ad un'intensa contrazione muscolare, o ad una circolazione sanguigna inappropriata

Si è appena concluso il 9° Simposio Internazionale sull’emicrania che ha fatto il punto sulle dimensioni della malattia, le ultime scoperte sulle cure e i costi che devono essere sostenuti per fra fronte alla tipologia di cefalea più diffusa e invalidante. Ne soffrono 7 milioni di italiani, di cui 5 sono donne.

Il 12% della popolazione adulta, nel mondo, soffre di emicrania, una malattia che colpisce soprattutto fra i 25 e i 55 anni. In Italia le persone affette da emicrania sono 7 milioni, di cui 5 sono donne. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha posto l’emicrania alla 19a posizione della classifica delle patologie che comportano il maggior numero di anni vissuti in una condizione di dolore. Classifica che, se riferita alle donne, fa salire l’emicrania all’undicesimo posto. Vista l’età di prevalenza e di produttività delle persone colpite, per l’O.M.S. questa patologia è causa di maggiore invalidità rispetto ad altre gravi malattie neurologiche quali l’epilessia, la sclerosi multipla e il morbo di Parkinson.

I triptani, la famiglia di farmaci ai quali almotriptan appartiene tra quelli di nuova generazione, sono la migliore risposta terapeutica possibile per l’attacco di emicrania. “L’uso di almotriptan si è rivelato di notevole efficacia nell’attacco di emicrania – ha dichiarato il professor Fabio Antonaci, chairman del Simposio e coordinatore scientifico del Centro Interuniversitario Cefalee e Disturbi Adattativi (UCADH), Università di Pavia – La corretta prescrizione del farmaco monitorata con il diario della cefalea compilato dal paziente consente anche di non incorrere nella sempre più frequente e invalidante cefalea da uso eccessivo di farmaci sintomatici”.

Nella cura dei pazienti affetti da emicrania è comune il caso in cui un primo farmaco non abbia l’efficacia sperata. Ciò perché esiste una notevole variabilità nelle reazioni dei pazienti. Questa variabilità è legata alla diversità dei nostri geni e al loro individuale modo di gestire i principi attivi attraverso gli enzimi che li metabolizzano, le sostanze che li trasportano nell’organismo e li fanno arrivare all’organo bersaglio. Questo complicato intreccio fra genetica e chimica farmacologica è oggetto degli studi della Farmacogenetica.


La Farmacogenetica ha scoperto che le molecole anti-emicrania seguono precise strade metaboliche, venendo assorbite in maniera differente da ogni paziente. Sfruttando queste vie al meglio, è possibile utilizzare il farmaco più adatto, in grado cioè di dare la massima efficacia e minimizzare, contemporaneamente, i potenziali effetti collaterali. Ogni molecola è quindi in grado, come un’auto, di percorrere delle strade precise per arrivare all’organo bersaglio. Un recente studio pubblicato su Cephalgia (2008), firmato dalla professoressa Maria Gabriella Buzzi dell’IRCCS Fondazione Santa Lucia (Roma), ha dimostrato come almotriptan sia in grado di ridurre il problema della risposta individuale ai farmaci utilizzando più strade metaboliche, in modo da dare i migliori risultati in molti casi di emicrania. Almotriptan, come un’auto dotata del navigatore più evoluto, è infatti in grado di bypassare gli ostacoli per trovare la strada più libera fino al punto d’arrivo.

L’emicrania è un flagello anche economico, perché incide su fattori quali l’assenza o la qualità della prestazione sul luogo di lavoro o la frequenza a scuola, visto che la fascia di popolazione colpita dalla malattia è quella più attiva. Questo importante aspetto dalle elevate implicazioni socio-economiche è stato ribadito dal dottor Fabio Frediani, responsabile del Centro Cefalee del policlinico “San Pietro” (BG).

In Italia, un’approfondita valutazione farmacoeconomica dei triptani orali nel trattamento dell’emicrania è stata fatta nel 2006 (Minerva Medica). Sono stati analizzati gli 8 farmaci disponibili nel nostro Paese, la loro efficacia, ma anche gli eventi avversi e i relativi costi.

Il risultato di questa analisi dimostra che il miglior rapporto costo-efficacia fra i triptani orali considerati è stato ottenuto da almotriptan 12,5 mg, un risultato strettamente correlato al suo alto profilo di efficacia e tollerabilità. Il farmaco ha ottenuto il miglior rapporto costo-beneficio globale di 18,47 euro per paziente contro il secondo classificato con una spesa per paziente di 26,37 euro.

“Il Simposio ha confermato quanto sia efficace un’assunzione precoce del farmaco rispetto a quando l’attacco ha raggiunto un’intensità severa – ha dichiarato il professor Antonaci. Una dimostrazione arrivata con lo studio Act when mild, che significa “agisci quando è lieve”. “Oggi sappiamo che se il paziente assume almotriptan quando il dolore è ancora lieve o entro un’ora dall’inizio dell’attacco emicranico può ridurre notevolmente la durata e la gravità della sintomatologia – dice Antonaci. Nello studio, il 53% dei pazienti con dolore lieve e il 37,5% di quelli con dolore moderato-grave avevano superato del tutto la crisi in sole due ore dall’assunzione del farmaco. Infine, chi assumeva almotriptan nella fase di dolore lieve aveva meno ricadute ed era in grado di riprendere le normali attività in tempi molto rapidi.

Almotriptan è un triptano agonista dei recettori 5-HT1B/1D studiato e sviluppato da Almirall per il trattamento dell’attacco di emicrania con o senza aura. Act When Mild e numerosi altri studi hanno dimostrato l’alta tollerabilità di almotriptan, che è paragonabile al placebo: un dato che ha fatto la differenza anche nei recenti studi di farmacoeconomia e farmacogenetica.

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