Osteoporosi: nuove molecole aiuteranno a prevenire le fratture

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osteoporosi

L'immagine mostra un'evidente alterazione della struttura ossea (destra)

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L'immagine mostra un'evidente alterazione della struttura ossea (destra)

Aspetti innovativi per il trattamento dell’osteoporosi sono stati presentati ieri a Sorrento nel corso dei lavori del Congresso nazionale della Società Italiana di Endocrinologia. “Negli ultimi 15 anni numerosi farmaci si sono dimostrati efficaci nella prevenzione delle fratture osteoporotiche vertebrali e non vertebrali sia nella donna che nell’uomo – ha detto Claudio Marcocci, docente di endocrinologia all’università di Pisa – Tra questi i farmaci ““anti-catabolici””, che agiscono inibendo il riassorbimento osseo, tra i quali spiccano i bisfosfonati (i primi farmaci efficaci nel trattamento dell’osteoporosi), quali alendronato, residronato, ibandronato, neridronato e zolendronato, e i farmaci “”anabolici””, di più recente introduzione, che stimolano la sintesi di nuovo osseo (paratormone 1-84 e teriparatide). Esistono poi farmaci con effetto duplice, quali il ranelato di stronzio. Ma la novità più importante riguarda la possibilità di disporre di nuove molecole in grado di inibire il riassorbimento osseo.

Si tratta di un anticorpo monoclinale, il denosumab, in grado di bloccare la maturazione degli osteoclasti, le cellule che riassorbono il tessuto osseo. Una somministrazione ogni sei mesi riduce significativamente il rischio di frattura vertebrale, non vertebrale e femorale”.

Quali sono gli altri aspetti innovativi? “Un altro aspetto innovativo del trattamento dell’osteoporosi è rappresentato dal trattamento intervallare, grazie alla dimostrata efficacia di alcuni bisfosfonati che possono essere somministrati a intervallo mensile, trimestrale e addirittura annuale. Questa innovazione è di grande interesse per la terapia degli anziani che sono le persone a maggior rischio fratturativo e nei quali il carico farmacologico giornaliero può essere elevato per la frequente presenza di altre patologie”.

Quali sono le indagini diagnostiche suggerite per prevenire l’osteoporosi? “La principale indagine diagnostica (il cosiddetto “gold standard”) – ha illustrato l’esperto – è quella dalla densitometria ossea a raggi X (DEXA), eseguita a livello della colonna lombare e del femore. Nel corso degli ultimi anni hanno acquisito una validità anche le misure con apparecchi a ultrasuoni, che sono generalmente effettuate a livello del calcagno o delle falangi. Il principale vantaggio della misura con ultrasuoni è la mancata esposizione del paziente ai raggi X, le cui dosi sono peraltro minime quando si usi la metodica DEXA”.

Quali sono i principali fattori di rischio? “Oltre alla densità ossea, la cui riduzione rappresenta un importante fattore di rischio per le fratture osteoporotiche, l’età, pregresse fratture di fragilità, trattamento con cortisonici, ridotto peso corporeo, menopausa precoce sono altri fattori da tenere sempre sotto osservazione.”

Quali le linee guida da seguire? “Le attuali linee guida suggeriscono di eseguire l’indagine densitometrica in tulle le donne di età superiore a 65 anni. In quelle di età inferiore e negli uomini l’indagine è raccomandata solo in presenza di fattori di rischio. La stima del rischio e quindi la necessità di trattare un paziente devono basarsi sia sul valore densitometrico che sui fattori di rischio clinico. In una recente pubblicazione della Organizzazione Mondiale della Sanità è stato sviluppato un algoritmo denominato FRAX che permette di calcolare il rischio di frattura a 10 anni anche indipendentemente dalla misura della massa ossea”


Quanto è diffusa la osteoporosi? “L’osteoporosi rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica. E’ una patologia assai diffusa e sempre più in aumento in relazione al progressivo incremento delle durata media della vita. L’osteoporosi colpisce prevalentemente la popolazione femminile, in rapporto alla riduzione rapida della secrezione estrogenica con la menopausa. E’ stato calcolato che circa il 50-60% delle donne dopo i 60 anni è affetto da osteoporosi e che una donna su tre andrà incontro a una frattura osteoporotica nel corso della sua vita successiva. Questa incidenza risulta più che dimezzata nella popolazione maschile.

La frattura rappresenta il principale evento clinico connesso con l’osteoporosi. Le sedi più colpite sono rappresentate dalle vertebre, dal polso e dal femore, sebbene le fratture vertebrali siano quelle più comuni, sono le fratture di femore che causano i più importanti problemi di salute nei pazienti. Le attuali tecniche chirurgiche e anestesiologiche, tuttavia, hanno consentito di ridurre nettamente la mortalità ad esse associata”.

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