Test genetico per prevedere rischio recidive di cancro al colon
Orlando, 28 mag. (Adnkronos Salute) – Buone notizie contro il cancro al colon. Ricercatori britannici e americani hanno messo a punto e validato un nuovo test genetico che prevede il rischio di recidive. Un dispositivo che, secondo i ricercatori della Genomic Health Inc che lo hanno messo a punto, avrà un significativo impatto sulle opzioni terapeutiche a disposizione degli oncologi. Gli specialisti, infatti, potranno usare il risultato dell’analisi, insieme ad altri metodi, per capire quali pazienti debbano essere sottoposti a chemio dopo l’intervento.
La Genomic Health Inc – che ha già realizzato e commercializzato un test analogo per il cancro al seno – presenterà i risultati dello studio pilota sul suo OncoType DX per il cancro al colon al 45esimo Meeting annuale dell’Asco (American Society of Clinical Oncology), al via da domani a Orlando (Florida). Secondo i ricercatori diretti da David Kerr, dell’Università di Oxford, l’esame è in grado di prevedere il rischio di ritorno del tumore al colon, analizzando “la firma molecolare della malattia“.
Il presidente dell’Asco, Richard Schilsky, anticipando i risultati dello studio ha ricordato che il 25-30% dei pazienti con tumore al colon ha un cancro di II stadio con nodulo negativo. Questo vuol dire che la malattia si è diffusa poco nel colon, ma non ha toccato i vicini linfonodi. “Non abbiamo un sistema valido per dire chi è più a rischio di ricadute, e dunque ha bisogno di una terapia più aggressiva”, ha detto lo specialista. Ecco perché un esame di questo tipo può essere utile: permette un approccio personalizzato.
In quattro diversi studi, effettuati insieme alla Cleveland Clinic, i ricercatori hanno esaminato 761 geni in 1.851 pazienti con tumore del colon retto. Identificando 18 ‘pezzetti del Dna’ che hanno il potenziale di rivelare la probabile ricorrenza del tumore, asportato con il bisturi.
Per i malati del gruppo a basso rischio la chance di una ricaduta tre anni dopo l’intervento chirurgico è risultata dell’8%, ma per quelli ad alto rischio – secondo i risultati del test – si arriva al 21% di probabilità. La ciliegina sulla torta ora, per gli oncologi, “sarebbe quella di poter individuare anche i pazienti che beneficerebbero della chemio. Stiamo indagando su altri segni genetici”, ha detto Kerr. Il test destinato ai pazienti con tumore al colon potrebbe essere disponibile già nel 2010.