Il primo battito del cuore origina la formazione del sangue: come?
Giovane ricercatore italiano segna un passo avanti per la produzione di sangue artificiale e la cura di leucemie, linfomi e talassemie
Non diremo più “core ingrato”, adesso sappiamo che proprio grazie al battito del cuore nell’embrione il movimento di fluido all’interno dei vasi sanguigni genera uno stimolo meccanico che induce la formazione dei primi precursori del sangue.
La ricerca, pubblicata su Nature, ha come primo firmatario Luigi Adamo, un giovane ricercatore italiano in forza alla Harvard Medical School grazie al sostegno della Fondazione Armenise-Harvard. Adamo ha appena ricevuto il premio del dipartimento di Patologia del Brigham and Women’ Hospital di Boston per la migliore ricerca dell’anno.
Adamo e i suoi collaboratori hanno condotto lo studio utilizzando cellule staminali embrionali di topo dimostrando che lo “shear stress” cioè la frizione generata sulla parete dei vasi sanguigni dal movimento di fluido al loro interno, stimola la maturazione del sangue, mentre in mancanza del battito cardiaco e quindi del flusso intravascolare l’embrione non riesce a sviluppare il sangue in maniera appropriata.
Ecco perché il cuore dell’embrione comincia a battere prima che i tessuti abbiano bisogno di essere irrorati dal sangue. Questo lavoro apre le porte alla produzione in laboratorio di sangue artificiale senza necessità di utilizzo di embrioni umani. Le cellule staminali totipotenti si possono infatti ottenere dall’embrione o riprogrammando le cellule adulte.
Tutte le cellule del sangue – globuli rossi, globuli bianchi e piastrine – si originano da un’unica cellula: la cellula staminale ematopoietica. Questa cellula viene prodotta nelle prime fasi dello sviluppo di un nuovo organismo e garantisce la produzione di sangue per tutta la vita dell’individuo.
Considerata questa enorme potenzialità, molti gruppi di ricerca hanno cercato di capire i meccanismi che guidano la nascita di questo tipo particolare di cellula col fine di produrla in laboratorio ed usarla per curare malattie del sangue. Adesso la realizzazione in laboratorio della cellula staminale ematopoeitica e di nuove terapie per la cura di leucemie, linfomi e talassemie è ancora più vicina.