Malaria: perché è importante diagnosticarla precocemente
Da 300 a 500 milioni di casi all’anno, con un milione di morti notificati ogni anno, oltre a quelli (piu’ di un milione) non certificati, il 90% dei quali rappresentato da bambini sotto i cinque anni d’eta’ (ne muore uno ogni 30 secondi). Sono i numeri della malaria, riferiti oggi a Milano da Andrea Rossanese, della Societa’ Italiana della Medicina dei Viaggi e delle Migrazioni (SIMVIM) nell’annuale incontro promosso nell’imminenza delle vacanze estive. Con un avvertimento: fondamentale e’ diagnosticarla entro 24 ore.
La gran parte delle morti avviene nei Paesi del terzo mondo, in Africa, ma il pericolo di infezione esiste – sottolinea l’ esperto – anche per chi si reca in quei Paesi, viaggiando per lavoro o per turismo. Fare la profilassi o non farla? E’ la domanda che ogni volta ci si fa prima di intraprendere un viaggio. ‘Bisogna valutare il rischio – dice Rossanese – non e’ la stessa cosa se andiamo in un posto a rischio nel periodo delle piogge o nel periodo secco, se alloggeremo in un albergo a 5 stelle o in capanne in riva a un fiume, se ci fermeremo una settimana oppure un mese’.
Il farmaco piu’ efficace oggi e’ il malarone, ma ha lo svantaggio di costare molto e di essere in fascia C (a totale carico del paziente). E non vale pero’ la pena di rischiare la malaria, anche se oggi di malaria si guarisce. ‘Bisogna pero’ diagnosticarla in fretta – avverte Rossanese – perche’ di questa malattia si puo’ morire in otto giorni: per questo diciamo che se si torna dall’Africa con la febbre, un medico deve ritenerla febbre da malaria fino a prova contraria’. In Italia un problema riguarda gli immigrati africani.
‘In pochi anni trascorsi qui – spiega l’esperto – perdono quella ‘semi-immunita’ (continuamente sostenuta dalle ripetute infezioni) che avevano acquisito nella loro terra e quando vi tornano per incontrare i parenti in occasione delle feste, vengono infettati dalle zanzare ma non ci badano e tardano ad andare in ospedale’.