IUD

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Un dispositivo intrauterino, una sorta di IUD, da collocare all’interno della cervice uterina, che rilascia a livello locale sostanze e medicinali utili a curare il tumore: è un nuovo passo nella terapia del carcinoma cervicale.
L’apparecchio intracervicale (ICD) permette di evitare gli effetti collaterali sistemici di norma causati dalla somministrazione per via endovenosa dei farmaci (chemioterapici) utilizzati per i tumori della cervice uterina. Il brevetto è stato messo a punto e depositato dal Professor Francesco Raspagliesi, direttore della struttura complessa di Oncologia Ginecologica dell’Istituto dei Tumori Nazionale dei Tumori di Milano. Si tratta di un’invenzione che può essere impiegata per rilasciare farmaci in prossimità dei tessuti bersaglio . “E’ partita la sperimentazione. Uno degli obiettivi – spiega Raspagliesi – è quello di aumentare la concentrazione di medicinali nell’area target, cervice-parametri-linfonodi, e ridurre così la dose di farmaco necessario per il trattamento”.
Il nuovo apparecchio può essere utilizzato per la chemioterapia in loco del carcinoma cervicale attraverso il rilascio lento e limitato di farmaci, in particolare: tassolo, platino e topotecan. I vantaggi risiedono nell’aumento degli effetti terapeutici e nella riduzione degli effetti tossici sistemici (nausea, vomito, alopecia, intossicazioni…).

Altri possibili applicazioni del dispositivo sono finalizzate a:

  • rilascio di farmaci (molecolari) in grado di bloccare uno specifico e singolo processo endocellulare e in tal modo bloccare la proliferazione del tumore
  • rilascio di anticorpi per l’immunoterapia e radio-immunoterapia del cancro alla cervice
  • rilascio locale del tracciante utilizzato per identificare il linfonodo sentinella. Nel trattamento standard, i radio traccianti sono iniettati nel tumore; in questo caso il tracciante rilasciato dall’apparecchio viene incorporato nel tumore e da lì raggiunge il primo linfonodo (sentinella) senza bisogno di manovre invasive.

Le innovazioni terapeutiche
Le innovazioni diagnostiche e terapeutiche nella cura dei tumori ginecologici, presentate nel convegno che si apre oggi all’Istituto Tumori di Milano, sono rivolte al miglioramento terapeutico e ad offrire alle donne una buona qualità di vita. Il ricorso a trattamenti conservativi ha raggiunto, in breve tempo, percentuali elevate rispetto al passato:

  • l’utilizzo del linfonodo sentinella come tecnica diagnostica, sarà applicabile a breve anche al tumore di vulva, cervice ed endometrio
  • La preservazione della fertilità nelle pazienti con tumore della cervice uterina in stadio iniziale permette di mantenere la funzione riproduttiva delle donne: con una percentuale di gravidanze successive del 45-50%
  • gli interventi in laparascopia nelle pazienti oncologiche sono saliti dal 25,9% nel 2003 a oltre il 35% nel 2008 e gli interventi di isterectomia eseguiti in laparoscopia hanno raggiunto nel 2008 oltre il 40%
  • le isterectomie radicali effettuate con tecniche di nerve sparing hanno permesso di ridurre dal 50 al 2% la percentuale di donne che presenta disfunzioni vescicali e intestinali dopo l’intervento e dal 20 al 3-5% la percentuale di quelle che riportano una compromissione dell’attività sessuale.

Il monitoraggio
Un monitoraggio sugli effetti a lungo termine della tecnica di preservazione dei nervi è stato condotto dalla struttura di Oncologia Ginecologica dell’Istituto Tumori insieme all’unità di Psicologia. I risultati verranno pubblicati International Journal of Gynecological Cancer. L’indagine è stata condotta, attraverso un questionario (FACT-cx), su un campione di 127 donne, dell’età media di 52 anni, sottoposte a chirurgia radicale con preservazione dei nervi e guarite dalla neoplasia. Obiettivo: verificare lo stato psicologico e la qualità di vita, in particolare, in relazione alla funzionalità sessuale, intestinale e vescicale. Le risposte hanno evidenziato una pronta ripresa delle funzioni viscerali e un’ottima qualità di vita paragonabile a quella di pazienti sottoposte a chirurgia meno radicale.



Il convegno
Il convegno, presieduto dal Professor Francesco Raspagliesi (direttore struttura complessa Oncologia Ginecologica Istituto Nazionale Tumori di Milano) è dedicato alle innovazioni terapeutiche e diagnostiche in ginecologia oncologica: Advances in Gynaecological Oncology. Partecipano sessanta specialisti provenienti da Italia, Germania, USA, Giappone, Repubblica Ceca, Svizzera. In apertura, una giornata, presieduta dal Professor Felice Petraglia (direttore clinica Ostetrica-Ginecologica Università di Siena) è dedicata alle terapie ormonali nei tumori: In contemporanea il XXI Congresso Nazionale della Società Italiana Oncologia Ginecologica.

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