Tumore al seno – finalmente il Lapatinib, farmaco ‘pay for performance’.

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lapatinib

(AGI) – Roma, 8 giu. – Dodici settimane di tempo per verificare l’effettiva efficacia di una nuova arma contro il tumore al seno: una piccola molecola ad azione intracellulare somministrata per via orale denominata “lapatinib”.
Se, come hanno dimostrato gli studi clinici, la progressione del tumore si blocca, la paziente proseguira’ la terapia e lo Stato sosterra’ il costo delle compresse; in caso contrario, il ciclo terapeutico sara’ a carico dell’azienda produttrice (GlaxoSmithKline, che ha chiuso l’accordo con l’Aifa).

Molecola 3D Lapatinib
Molecola 3D Lapatinib

“Gli anglosassoni la chiamano ‘pay for performance’, cioe’ ‘pago il rendimento’, una modalita’ non nuova ma sicuramente tra le prime in oncologia”, ha spiegato Pierfranco Conte, direttore Dipartimento di Oncologia ed Ematologia presso l’Universita’ degli Studi di Modena e Reggio Emilia, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione del farmaco. Un’innovazione che piace agli oncologi: un sondaggio condotto da SWG dimostra infatti che quasi uno specialista su due approva questa modalita’ di approccio, “che permette di disporre di farmaci estremamente attivi e mirati.


L’oncologia medica puo’ essere considerata una disciplina ‘apripista’ per i futuri approcci farmacologici anche nelle altre branche della medicina”, ha aggiunto il professor Francesco Cognetti, direttore Oncologia Medica all’Istituto regina Elena di Roma. Lapatinib, molecola appartenente alla classe degli inibitori tirosin-chinasi, “verra’ utilizzato nel trattamento delle pazienti affette da carcinoma mammario avanzato o metastatico in progressione. Il suo valore aggiunto – prosegue il professor Conte – e’ l’essere il primo farmaco somministrabile per bocca in grado di inibire al contempo gli enzimi tirosina-chinasici associati sia ai recettori cellulari per EGFR (Erb1) che HER2 (Erb2)”. Se l’efficacia del farmaco verra’ confermata, sara’ un’ottima notizia per le pazienti, che preferiscono (in un rapporto di 9 a 1) le terapie orali rispetto alla somministrazione per endovena.

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