Fecondazione assistita e infertilità maschile: luce polarizzata per selezionare spermatozoi migliori

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La luce polarizzata viene incontro ai problemi di infertilità maschile. Gli studi condotti da SISMER -Società Italiana di Studi di Medicina della Riproduzione- e presentati ad Amsterdam, alla venticinquesima assemblea annuale dell’ESHRE -European Society of Human Reproduction and Embryology-, hanno stabilito la possibilità di selezionare gli spermatozoi più sani e di miglior qualità sulla base della loro brillantezza, aumentando così le possibilità di successo in una procedura di fecondazione assistita. Infatti, non solamente la quantità limitata, ma anche la scarsa qualità degli spermatozoi interferisce negativamente sulla procreazione.

Erbeha Boudjema e Andor Crippa, biologi del laboratorio di concepimenti assistiti di SISMER, hanno condotto un primo studio con il microscopio a birifrangenza verificando che “la diminuzione della brillantezza degli spermatozoi va di pari passo con le alterazioni del DNA spermatico – spiegano – È noto che valori elevati di frammentazione del DNA spermatico comportano una compromissione della vitalità degli embrioni generati e, quindi, il mancato raggiungimento di una gravidanza o una frequenza maggiore di aborti spontanei. Lo studio ha affermato l’associazione tra ridotta brillantezza degli spermatozoi e valori alterati del DNA spermatico. La brillantezza è stata rilevata attraverso uno speciale microscopio a luce polarizzata, mentre la frammentazione del DNA spermatico è stata valutata con il test Tunel, esame consolidato specifico”.


immagini test Tunel
immagini test Tunel

Il secondo studio invece ha considerato la correlazione tra la forma degli spermatozoi e la loro brillantezza. Partendo dal fatto che “una forma normale dello spermatozoo garantisce una percentuale maggiore di successo in una procedura di fecondazione assistita -continuano i due biologi- lo studio ha dimostrato che peggiore è la forma degli spermatozoi e minore è la loro brillantezza”.

Ma non sempre la forma riesce a essere la discriminante principale della qualità dello spermatozoo. Spiegano: “In 7 casi su cento, gli spermatozoi che al microscopio risultano di forma normale, hanno però una diminuzione anomala della brillantezza quando vengono valutati con la luce polarizzata. Si tratta di casi che potrebbero avere alterazioni del DNA spermatico e quindi da non utilizzare in una procedura di procreazione assistita. Va poi posto l’accento sul fatto che tra gli spermatozoi che presentano una forma anomala, la proporzione di cellule prive di brillantezza aumenta sino al 30%. Non è raro che questi spermatozoi vengano utilizzati per l’inseminazione degli ovociti nel caso di campioni seminali molto poveri”.

“La birifrangenza diventa un parametro importante – puntualizza Edoardo Pescatori, componente dell’unità di Andrologia di SISMER – Un parametro fondamentale per la selezione degli spermatozoi ottimali nella tecnica ICSI”.

SISMER già da due anni sta conducendo studi sulla possibilità di selezionare gli spermatozoi “migliori” mediante il particolare microscopio equipaggiato con la visione sotto luce polarizzata. “Una metodologia che permette di utilizzare lo spermatozoo esaminato per l’inseminazione – precisa Luca Gianaroli, consulente scientifico di SISMER e neo presidente ESHRE – Infatti, la metodica di selezione degli spermatozoi attraverso il microscopio a luce polarizzata non compromette l’integrità dello spermatozoo, anzi, consente di selezionare quello maturo e di migliore qualità, e iniettarlo nel citoplasma dell’ovocita aumentando così le possibilità di successo”.

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