Genetica e asma: riflessioni
L’asma è una malattia a forte diffusione e con una sicura componente genetica, tuttavia la sua diffusione ineguale nelle diverse aree del mondo fa sì che si debba tenere presente nella sua comparsa una forte interazione tra gene e ambiente. Visto che sono i paesi industrializzati a soffrirne di più, spesso è stato prospettato che conti molto il fatto che alcuni inquinanti possano alterare la risposta immunitaria in chi è già sulla “cattiva strada”. Quindi nel mirino degli allergologi sono entrate sostanze come il fumo di tabacco ma anche l’anidride solforosa, l’ossido nitrico, l’ozono e il particolato emesso dai motori diesel.
Anche il calo delle infezioni respiratorie virali nei neonati è stato indicato come un elemento scatenante. Infatti nelle prime fasi della vita il sistema immunitario deve svilupparsi più o meno come tutto l’organismo, e in questo sviluppo entrano anche i contatti con i virus respiratori. Tra l’altro lo confermerebbe uno studio dove si è controllato se i bambini avessero o meno frequentato il nido, circostanza che espone a infezioni più frequenti, con il risultato che effettivamente l’atopia e l’asma erano molto meno frequenti in chi aveva fatto da subito “vita sociale”. Peraltro l’interazione tra geni e ambiente sembra cominciare anche prima della nascita: infatti pesa molto di più il fatto che sia la madre a soffrire di asma piuttosto che il padre e questo lo si attribuisce proprio alla possibilità che l’ambiente uterino agisca sui geni suscettibili del nascituro.
Secondo un articolo pubblicato su Chest 2009 (135: 1186-92) il polimorfismo dei recettori beta-2 adrenergici influenza la risposta alla terapia standard per le più gravi riacutizzazioni asmatiche nel bambino. I beta-2 agonisti sono il perno del trattamento delle riacutizzazioni asmatiche, ma non tutti i bambini reagiscono allo stesso modo a questi medicinali: è stato dimostrato che i bambini con un genotipo Gly/Gly a livello dei recettori beta-2 adrenergici vanno incontro di solito ad una permanenza più breve in terapia intensiva, richiedono un trattamento continuo con farmaci nebulizzati meno prolungato e richiedono più difficilmente una terapia con agonisti beta-2 per via endovenosa.
Vi segnalo, per gli addetti ai lavori, l’aggiornamento delle linee guida britanniche per la gestione dell’asma. Sono elencate le raccomandazioni per la terapia dell’asma acuto nell’adulto, nel bambino sopra e sotto i 2 anni, nella donna in gravidanza e durante l’allattamento.
http://prontosoccorso.eumed.org/area-professionale/1562/aggiornamento-linee-guida-asma-bronchiale/