Salute a rischio con l’esposizione cronica alle nitrosammine dei conservanti e fertilizzanti
L’incremento nella prevalenza e nell’incidenza di diabete, Parkinson e Alzheimer appare correlato all’aumento dell’esposizione a nitriti e nitrati presenti in alimenti e acqua
Ci sarebbe un significativo legame fra l’aumento dei livelli di nitriti e nitrati nell’ambiente e negli alimenti e l’aumento della mortalità a causa delle malattie di Parkinson, di Alzheimer e del diabete: è quanto risulta da uno studio epidemiologico condotto da ricercatori del Rhode Island Hospital e della Brown University e illustrato in un articolo pubblicato sul “Journal of Alzheimer’s Disease”.
Per giungere a questa conclusione Suzanne de la Monte e collaboratori hanno confrontato l’andamento dei tassi di mortalità dovuti a svariate patologie, con quello dei livelli di esposizione dell’uomo a nitrati, nitriti e nitrosammine dovuta a cibi conservati e preparati e ai fertilizzanti. Attraverso una complessa e approfondita analisi statistica dei dati, i ricercatori hanno potuto constatare che per la maggior parte delle malattie considerate non si evidenziava alcuna correlazione, che invece si poteva rilevare nel caso di Parkinson, Alzheimer e diabete.
“Siamo diventati una ‘generazione delle nitrosammine’. In sostanza, ci siamo diretti verso una dieta ricca di ammine e nitrati, che porta a un aumento della produzione di nitrosammine. Siamo sottoposti a una crescente esposizione per l’abbondante uso di fertilizzanti agricoli a base di nitrati. Non solo li consumiamo nei cibi preparati ma essi arrivano nelle nostre fonti alimentari anche attraverso il dilavamento del suolo e la contaminazione delle acque.”
Riferendosi a Parkinson, Alzheimer e diabete, ha aggiunto la De la Monte, “Tutte queste malattie sono associate a un accresciuta resistenza all’insulina e a danni al DNA. I loro tassi di prevalenza sono in drastica salita da decenni e non mostrano segno di raggiungere un plateau. Considerato il lasso di tempo relativamente breve associato a questo cambiamento nell’incidenza e nella prevalenza di queste patologie, riteniamo che sia correlato a una esposizione e non a eziologie genetiche”.
I nitriti vengono spesso aggiunti agli alimenti, specie di origine animale, per prevenire la produzione di tossine. Oltre che come conservanti possono essere usati come coloranti ed esaltatori del gusto. Per reazione chimica fra nitriti e diverse proteine possono poi formarsi le nitrosammine, soprattutto in condizioni di forte acidità quali quelle che si trovano nello stomaco. Le nitrosammine sono notoriamente molto reattive a livello cellulare e possono alterare l’espressione dei geni e danneggiare il DNA, con esiti fondamentalmente simili a quello dovuti all’invecchiamento.
Secondo i ricercatori è possibile che l’esposizione cronica a bassi livelli di nitriti e nitrati attraverso i cibi preparati, l’acqua e i fertilizzanti sia responsabile dell’attuale andamento epidemico di tali malattie e dei crescenti tassi di mortalità associati a esse.
“Se questa ipotesi è corretta, le potenziali soluzioni includono l’eliminazione dei nitriti e dei nitrati dalle lavorazioni alimentari come conservanti e in agricoltura; l’intraprendere passi per prevenire la formazione di nitrosammine e l’uso di misure sicure ed efficaci per detossificare alimenti e acqua prima del consumo umano”, ha concluso la De la Monte.