Cancro e mRNA: cambiamento di rotta nell’interpretazione
Finora si pensava che la regolazione della degradazione dell’mRNA avvenisse unicamente in una regione del filamento non codificante. Ora si è scoperto che non è così
I difetti nel processo di regolazione della degradazione dei filamenti di RNA – che possono condurre allo sviluppo del cancro e di altre patologie – si annidano anche in posti finora insospettati dai ricercatori. Lo ha stabilito uno studio condotto da biologi dell’Università del Wisconsin a Madison diretti da Vladimir Spiegelman e pubblicato sulla rivista “Molecular Cell”.
I ricercatori hanno infatti scoperto che una proteina attivata nel cancro colorettale e in altri tumori, la CRD-BP, può impedire la degradazione dell’RNA legandosi a esso in un modo e in un punto inaspettati. “La scoperta è importante per i proto-oncogeni, i precursori dei geni del cancro, ma può essere ancora più rilevante per migliaia di geni e proteine che sono regolati in maniera simile”, ha osservato Spiegelman.
Spiegelman e collaboratori stavano analizzando come i proto-oncogeni, la cui regolazione è particolarmente delicata, vengano convertiti da DNA in RNA e quindi in proteine attive che, se su livelli non bilanciati, possono indurre il cancro.
In un lavoro precedente i ricercatori avevano scoperto che per alcuni proto-oncogeni un passo intermedio della vita dell’mRNA, quello in cui si decide se quel filamento va degradato o deve passare integro alla successiva fase di traduzione, prende quest’ultima strada quando a esso si lega la proteina CRD-BP. Finora però si riteneva che la regolazione del destino dell’mRNA avvenisse unicamente in una regione del filamento non codificante, la cosiddetta regione 3′ o trailer, dove si legano i microRNA inibitori.
Ora i ricercatori hanno scoperto che nel processo può essere coinvolta anche una parte della regione codificante del filamento di mRNA, descrivendo in particolare il meccanismo con cui la CRD-BP stabilizza l’mRNA, prevenendone la degradazione e portando all’espressione di maggiori livelli della proteina codificata.
“Si tratta di un cambiamento di paradigma: ora possiamo esaminare questa importante attività in due punti. E può trattarsi del primo esempio di un regolatore negativo del meccanismo di degradazione miRNA-dipendente dell’RNA, rilevante per molte proteine”, dice Spiegelman.
“La comprensione di questo meccanismo può anche essere utile per lo studio dei cammini di segnalazione pro-infiammatori e di quelli dei fattori apoptotici che intervengono nello sviluppo dei tumori”, ha concluso Spiegelman.