Artrite reumatoide: l’FDA via libera ad abatacept

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Diagramma abatacept

Diagramma abatacept
Diagramma abatacept

Via libera dell’FDA all’inserimento nella scheda tecnica di abatacept di dati che ne supportano l’uso nei pazienti con artrite reumatoide da moderata a grave di durata inferiore ai due anni.
Si tratta dei risultati dello studio AGREE, disegnato per valutare remissione e inibizione del danno articolare nei soggetti con artrite reumatoide erosiva precoce.

“Il trattamento precoce con un farmaco biologico come abatacept, in associazione con metotrexato, nei pazienti con fattori prognostici negativi, può aiutare alcuni pazienti a tornare alle proprie attività quotidiane, spesso limitate da questa disabilitante malattia” ha dichiarato il coordinatore dello studio AGREE, Rene Westhovens, Reparto di Reumatologia della Katholieke Universiteit di Lovanio. “Questi dati rappresentano per i reumatologi un importante riferimento nel considerare abatacept come un trattamento appropriato per i loro pazienti adulti, affetti da artrite reumatoide da moderata a grave e mai sottoposti a trattamento con farmaci biologici”.


Abatacept, l’innovativa terapia biologica per l’artrite reumatoide messa a punto nei laboratori di Bristol-Myers Squibb, ha dimostrato di ridurre i segni e i sintomi, fornire una “risposta clinica maggiore”, inibire la progressione del danno strutturale e migliorare la funzionalità fisica nei pazienti adulti affetti da artrite reumatoide attiva da moderata a grave.
I dati dimostrano che abatacept è in grado di migliorare la qualità della vita dei pazienti, oltre che di alleviare il dolore, il gonfiore articolare e la fatica.

In Italia circa 400.000 persone soffrono di artrite reumatoide, malattia infiammatoria auto-immune, degenerativa e invalidante, ad alto impatto sociale ed economico.
Abatacept, reso disponibile da Bristol-Myers Squibb anche in Italia dal dicembre 2007, in classe H-osp2, è indicato per il trattamento dell’artrite reumatoide nei pazienti con risposta insufficiente o intolleranza alle terapie di fondo, incluso almeno un inibitore del TNF.



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