Campi elettrici contro tumori al cervello. Al via gli studi
Conclusa la raccolta di fondi per finanziare un nuovo studio clinico sul dispositivo Novo-Ttf* per il trattamento del glioblastoma multiforme, il tumore maligno cerebrale più comune e più aggressivo. Il device utilizza campi elettrici a bassa intensità e appositamente regolati (Tumor Treating Fields – campi Ttf) per interrompere la divisione delle cellule tumorali. Ad annunciarlo è NovoCure, società privata israeliana specializzata in dispositivi medici innovativi contro il cancro. I campi Ttf, generati da elettrodi applicati sulla superficie del cuoio capelluto – spiega una nota – agiscono sulle cellule cancerose in rapida divisione e le distruggono, o fanno sì che non si dividano correttamente; al contrario, le cellule sane, che non si dividono, non vengono influenzate.
Si tratta quindi di un trattamento mirato, con effetti collaterali minimi, sottolineano gli esperti. I campi vengono applicati all’area tumorale grazie a elettrodi isolati non invasivi, collocati sulla pelle del paziente. Assomigliano a semplici bende e sono collegati tramite cavi a un dispositivo portatile a batteria, che genera i campi elettrici. I pazienti possono portare con sé il dispositivo Novo-Ttf* in un’apposita borsa a tracolla e ricevere così un trattamento continuo, senza dover modificare la propria vita quotidiana. Fra i principali investitori del nuovo studio Pfizer, Johnson Johnson Development Corporation e Index Ventures. “Siamo molto lieti che queste aziende dimostrino interesse per il lavoro che stiamo svolgendo – dichiara William Doyle, presidente del consiglio di amministrazione di NovoCure – il ricavato dei loro investimenti sarà utilizzato per finanziare il nuovo trial clinico sperimentale per il glioblastoma multiforme di recente diagnosi”, aggiunge. “La terapia Novo-Ttf* – commenta Bill Burkoth, direttore di Pfizer Ventures – rappresenta un approccio completamente nuovo alla lotta contro il cancro. I trial clinici pilota suggeriscono che la terapia Ttf, abbinata alla chemioterapia, può migliorare significativamente l’aspettativa di vita del paziente”.
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