La fatica..mentale nell’elaborazione idiomatica

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brain hemisphere

Due emisferi per una metafora: L’associazione del significato alle espressioni idiomatiche richiede un lasso di tempo superiore rispetto a quello necessario per frasi da considerare alla lettera

Se ci dicono di trattare qualcuno con grande riguardo oppure con i guanti, per l’oggetto di quell’attenzione non cambierà nulla, ma per il nostro cervello sì. Nel secondo caso, infatti, l’espressione idiomatica utilizzata richiede, oltre all’impegno dell’emisfero sinistro preposto alla normale comprensione del linguaggio, anche la mobilitazione dell’emisfero destro. A stabilirlo è stata una ricerca condotta da un gruppo di neuroscienziati dell’Università Milano-Bicocca diretti da Alice Mado Proverbio che firmano un articolo sulla rivista ad acceso pubblico “BMC Neuroscience”.



Per studiare il ruolo dei due emisferi cerebrali nella comprensione delle espressioni idiomatiche i ricercatori hanno analizzato con tecniche elettroencefalografiche e di tomografia a bassa risoluzione (LORETA) l’attività cerebrale di quindici studenti a cui venivano sottoposte coppie di espressioni. In questo modo hanno scoperto che le frasi idiomatiche attivavano non solo il giro temporale mediale destro ma anche il giro frontale mediale destro.

Tutte le frasi sottoposte ai soggetti sperimentali coincidevano per lunghezza e familiarità, e tuttavia, l’associazione del significato alle espressioni idiomatiche richiedeva un lasso di tempo superiore rispetto a quello necessario per l’individuazione del significato di una parola da considerare letteralmente. Espressioni idiomatiche e metafore richiedono dunque un impegno e un’elaborazione delle informazioni superiore, quale che sia il livello di dimestichezza che si ha con esse.

I risultati indicano che quando il cervello si trova di fronte a un’espressione idiomatica, non tenti dapprima di interpretarla in modo letterale per poi “sopprimere” questo significato e procedere a considerarla una metafora, ma che i due processi siano paralleli: il giro frontale inferiore sinistro, la parte del cervello che si pensava essere responsabile della presunta soppressione del significato letterale di un’espressione, non è apparso specificamente attivato dalla sua comprensione, mentre lo erano le regioni limbiche, coinvolte nelle risposte emozionali.

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