Le cellule responsabili della malignità del tumore polmonare

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CD133_marker

Uno studio, condotto da ricercatori della Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori e coordinato da Gabriella Sozzi, recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica ‘Proceedings of the National Academy of Sciences of the U.S.A.’, ha dimostrato che nei tumori polmonari esiste una sottopopolazione di cellule che possiede caratteristiche di staminalità. Queste cellule sono identificabili per l’espressione del marcatore CD133 ed hanno un potenziale tumorigenico molto superiore rispetto alle altre cellule che compongono il tumore.

“Recenti ricerche – spiega Giulia Bertolini, la giovane ricercatrice responsabile dello studio – hanno evidenziato come non tutte le cellule che compongono un tumore abbiano le stesse capacità tumorigeniche. Similmente a quanto accade nei tessuti normali dove specifiche cellule, le cellule staminali, grazie al loro alto potenziale rigenerativo sono responsabili del mantenimento dell’integrità e della funzione tessutale, cosi è stato ipotizzato che anche nei tumori esista una sottopopolazione di cellule con elevata capacità di mantenere ed eventualmente riformare il tumore stesso. Grande importanza riveste la possibilità di identificare e studiare queste cellule per poterle colpire con nuove strategie terapeutiche”.
Lo studio molecolare delle caratteristiche delle cellule identificabili per l’espressione del marcatore CD133 ha evidenziato inoltre un particolare profilo di espressione genica che si avvicina a quello delle cellule staminali, con elevata espressione di geni che ne favoriscono la sopravvivenza e l’autorinnovamento. Le cellule CD133 positive esprimono inoltre alti livelli di geni coinvolti nell’eliminazione di sostanze estranee e nella mobilità, risultando quindi potenzialmente resistenti al trattamento coi farmaci tradizionali e coinvolte nei processi di disseminazione del tumore.

Queste ipotesi sono state confermate da studi su modelli che consentono un’analisi diretta delle caratteristiche di frammenti tumorali prelevati da pazienti sottoposti a chirurgia per tumore polmonare. Il trattamento di questi tumori con un comune farmaco chemioterapico, benché in grado di ridurre la massa tumorale, é risultato inefficace nell’eliminare le cellule CD133 positive che potevano quindi dare nuovamente origine al tumore.


Ad indicare come queste caratteristiche possano influenzare anche l’andamento clinico della patologia tumorale polmonare, nello stesso studio si é inoltre osservato che la presenza di cellule CD133 positive é un indicatore prognostico sfavorevole in pazienti con tumore polmonare. In conclusione si é dimostrata la presenza in tumori polmonari di cellule cancerose con caratteristiche di staminalità ed alto potenziale tumorigenico resistenti alla terapia convenzionale.


“Questo studio – sostiene Marco Pierotti, Direttore Scientifico della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori – pone le basi per una analisi più razionale delle cause dello scarso successo delle cure disponibili per il cancro polmonare, che rappresenta oggi la principale causa di mortalità per tumore. La possibilità di individuare e studiare le cellule responsabili del mantenimento del tumore potrebbe inoltre aprire la strada per nuove terapie mirate selettivamente alla loro eliminazione”.

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