Prasugrel è il nuovo antiaggregante dall’azione veloce
Barcellona, 1 set. – ESC – Una riduzione del 19% di eventi cardiovascolari maggiori e del 50% del rischio di trombosi da stent: questo il bilancio dello studio compiuto su oltre 13mila pazienti colpiti da sindrome coronarica acuta e sottoposti a intervento di rivascolarizzazione o PCI (Intervento coronarico percutaneo) che ha messo a confronto l’efficacia di Prasugrel rispetto all’antiaggregante oggi piu’ utilizzato, clopidogrel. I risultati degli studi hanno permesso l’approvazione da parte dell’FDA (Food and Drug Administration) di Prasugrel che ora e’ in arrivo in Italia. La presentazione dei risultati e’ stata fatta oggi da Lilly e Daiichi Sankyo nel corso del Congresso Internazionale dell’European Society of Cardiology in corso a Barcellona. Prasugrel e’ un antiaggregante di nuova generazione che aiuta a prevenire l’aggregazione delle piastrine e la conseguente formazione di coaguli, che possono bloccare l’arteria. L’assunzione di prasugrel con aspirina dopo un intervento di PCI ha dimostrato grazie a uno studio di fase 3, chiamato TRITON-TIMI38, di ridurre, rispetto all’attuale standard terapeutico costituito da clopidogrel e aspirina, le probabilita’ di un evento cardiaco (come un infarto) e della formazione di coaguli sanguigni provocati dallo stent (trombosi da stent) tra i pazienti affetti da sindromi coronariche acute (SCA), patologia cardiovascolare che colpisce in Italia circa 135mila persone, 60mila delle quali vengono poi sottoposte a PCI.
“I dati dello studio cardine di Fase 3 TRITON-TIMI38 dimostrano in maniera inequivocabile che Prasugrel e’ l’antiaggregante piu’ efficace nel ridurre il rischio combinato di morte cardiovascolare, infarto del miocardio o ictus rispetto all’attuale standard terapeutico, in un’ampia serie di tipologie di pazienti”, ha dichiarato Leonardo Bolognese, Direttore del Dipartimento Cardiovascolare, Ospedale San Donato di Arezzo. “Prasugrel rappresenta quindi una nuova opzione importante per i pazienti affetti da SCA e sottoposti a PCI”. “La maggior efficacia di prasugrel si deve principalmente alla sua capacita’ di trasformarsi completamente da ‘profarmaco’ in farmaco ossia nel metabolita attivo che ha effetto farmacologico. La protezione del paziente colpito da SCA e sottoposto a PCI aumenta con prasugrel che rilascia il suo principio attivo ‘tutto e subito’ mettendo cioe’ velocemente ogni paziente al riparo da ulteriori eventi – ha aggiunto Stefano De Servi, Direttore del Dipartimento Cardiovascolare, Ospedale di Legnano, – nel caso del clopidogrel questo avviene invece solo per il 15% del prodotto mentre l’85% rimane sotto forma di metabolita inattivo”.