Quando quanto e come la leucemia si contrasterà senza chemioterapia

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leucemia premielocitica acuta

Prendono il via in Italia le sperimentazioni per la cura della leucemia promielocitica acuta

È su di un tipo di leucemia molto pericolosa, ma che oggi si riesce a guarire in circa l’80% dei casi, che prendono il via le prime sperimentazioni cliniche italiane atte a sostituire la chemioterapia come forma di terapia per la leucemia promielocitica acuta con sostanze meno aggressive, ma comunque in grado di offrire la stessa sicurezza clinica.
Di questo nuovo approccio si parlerà a Roma dal 24 al 26 settembre 2009 al V Congresso Internazionale sulla Leucemia Acuta Promielocitica, all’ Hotel Parco dei Principi.

«E’ il nuovo orientamento della ricerca su questa forma di leucemia acuta, considerata la più frequentemente guaribile. Arrivare a sostituire la chemioterapia con altri farmaci è il filo rosso del congresso» ha dichiarato il dr. Francesco Lo Coco, ematologo dell’università di Roma Tor Vergata e coordinatore dello studio.

A presiedere i lavori, insieme a Lo Coco, ci sarà lo spagnolo Miguel Sanz, dell’università di Valencia in Spagna e vedrà la partecipazione di oltre 400 delegati e dei massimi esperti della materia a livello internazionale provenienti dagli Stati Uniti, Cina, Giappone, Europa, e Australia.
Il nuovo studio italiano, condotto, in collaborazione con l’università tedesca di Dresda, coinvolge 85 pazienti affetti da leucemia promielocitica acuta e di età compresa fra i 18 e i 70 anni, tutti all’esordio della malattia.
I partecipanti sono stati suddivisi i due gruppi. Un primo gruppo riceve le cure tradizionali che prevedono la chemioterapia, mentre il secondo gruppo riceve una combinazione di due farmaci, l’acido retinoico – un derivato della vitamina A – e il triossido di arsenico.
«L’ipotesi è che queste due sostanze, assunte insieme, possano avere un’azione più potente contro il tumore. I risultati saranno pronti solo fra due anni» ha concluso Lo Coco.

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