Retiniti e maculopatie: nuove prospettive dalle staminali amniotiche

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Dalle cellule staminali amniotiche potrebbero arrivare speranze di cura per alcune patologie degli occhi come la retinite pigmentosa o le maculopatie. Il Biocell Center di Busto Arsizio (www.biocellcenter.it), l’Harvard Medical School, dipartimento di Oftalmologia e la Fondazione Irccs, Ospedale Maggiore, Policlinico Mangiagalli e Regina Elena di Milano, hanno siglato un accordo di ricerca sulla terapia cellulare per degenerazioni retiniche con cellule staminali da liquido amniotico. Obiettivo primario del progetto e’ la standardizzazione di un protocollo sperimentale per il differenziamento in epitelio pigmentato retinico e fotorecettori di cellule staminali da liquido amniotico, e la successiva fase di verifica sulle possibilita’ di inoculare tali differenziamenti in modelli murini di retinite pigmentosa e in modelli di degenerazione maculare, per cui ad oggi, non esiste alcun tipo di terapia ne’ farmacologia, ne’ chirurgica. In altre parole, fine ultimo delle tre istituzioni coinvolte nell’ambizioso progetto, e’ quello di differenziare le cellule staminali da liquido amniotico in cellule di origine retinica, quali ad esempio l’epitelio pigmentato retinico o di fotorecettori, e successivamente verificare, attraverso uno studio pilota, la loro applicazione e funzionalita’ su modelli murini di patologie collegate a degenerazioni retiniche.
Al termine del progetto – che potrebbe avvenire in 12/24 mesi – l’obiettivo e’ l’avvio di una fase di test sull’uomo, nell’ambito delle competenze del Massachusetts General Hospital, primo istituto clinico della Boston area e dell’intero Stato. “Siamo entusiasti di collaborare con i nostri colleghi italiani allo sviluppo di terapie per patologie degenerative che possono portare alla cecita’. – commenta la professoressa Joan W. Miller, direttore del dipartimento di Oftalmologia del Massachusetts eye and ear infirmary, Harvard Medical School – Crediamo che le cellule staminali amniotiche rappresentino un approccio molto innovativo che in futuro, speriamo, potra’ portare a nuovi trattamenti, e forse anche a cure, per patologie dell’occhio”. Secondo il professor Giuseppe Simoni, direttore scientifico di Biocell Center, “Il vantaggio di effettuare il differenziamento utilizzando cellule staminali da liquido amniotico sta principalmente nel fatto che, comparate con le staminali embrionali, per cui gia’ alcuni studi sono stati fatti senza successo, le amniotiche sono piu’ stabili dal punto di vista cromosomico e dovrebbero quindi evitare la formazione di teratomi, ovvero tumori”. Si tratterebbe del primo esempio di protocollo differenziativo per tessuto retinico da staminali da liquido amniotico che potrebbe ridurre, se non eliminare del tutto, le problematiche evidenziate, utilizzando staminali embrionali, di formazione di tetaromi. “Se i risultati saranno positivi, si potra’ pertanto affermare che le cellule staminali mesenchimali amniotiche sono in grado di differenziarsi anche in cellule della retina. – afferma il Dottor Renato Colognato, Responsabile Ricerca e Sviluppo di Biocell Center – Si potra’ aprire la strada alla cura di diverse patologie che portano alla cecita’, come la retinite pigmentosa o la maculopatia degenerativa, e si aprirebbero anche speranze per molti altri malati”.

AGI Salute

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