Fattori di rischio di ipertensione, diabete e obesità nei pazienti italiani con psoriasi.
Una ricerca sulle caratteristiche socio-demografiche, le abitudini al fumo ed il consumo di alcool.
Abbiamo valutato i fattori di rischio come le caratteristiche socio-demografiche, le abitudini al fumo e i consumi di alcool, associati con l’ipertensione, il diabete e l’obesità nei pazienti psoriasici, al fine di pianificare programmi di educazione sanitaria che potrebbero prevenire l’insorgenza o la progressione delle comorbidità. La popolazione studiata è stata di 1376 pazienti con psoriasi che sono stati consecutivamente reclutati in 21 Dipartimenti Italiani di Dermatologia. Sono state raccolte informazioni riguardanti variabili socio-demografiche, consumo di fumo e di alcool, e la presenza di disordini cronici come ipertensione, diabete di tipo 2 e obesità.
Il rischio di comorbidità è stato calcolato usando modelli di regressione logistica, sulla base delle variabili delle differenti esposizioni. Pazienti con psoriasi che vivono in aree estremamente urbane hanno mostrato il più alto rischio di diabete (OR [odds ratio] =1.99, 95% CI 1.06-5.23) e obesità ( OR=2.60, 95% CI 1.10-16.12) rispetto a pazienti che vivono in aree rurali. L’OR per l’ipertensione è stata più alta per i fumatori (> di 15 sigarette al giorno, OR= 1.37, 95%, CI 1.01-2.03) e per i bevitori (> di 2 bicchieri al giorno di vino, OR=2.11, 95% CI 1.31-3.40 ). L’OR per diabete e obesità è stata più alta per i bevitori: rispettivamente, 1 drink alcoolico al giorno (OR=1.93, 95% CI 1.01-3.67) e > di 1 drink alcoolico al giorno (OR=2.90, 95% CI 1.43-5.82).
I risultati della nostra indagine evidenziano il bisogno di individuare i pazienti con psoriasi con diverse predisposizioni alle comorbidità al fine di pianificare specifiche campagne di salute con l’obiettivo di cambiare lo stile di vita delle persone con particolare riferimento al fumo, all’alcool e alla dieta.
Le malattie croniche sono una causa importante di morte negli uomini e nelle donne di tutte le regioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Approssimativamente il 72% delle malattie croniche insorge nelle persone dopo i 30 anni. Le cause delle principali epidemie di malattie croniche sono ben conosciute, mentre i più importanti fattori di rischio modificabili sono: alimentazione non salutare e un’eccessiva assunzione di calorie; inattività fisica, consumo di fumo e alcool. Queste cause si manifestano attraverso i fattori di rischio intermedi come aumento della pressione sanguigna, innalzamento dei livelli di glucosio, anomalia dei lipidi nel sangue e obesità. Caratteristiche individuali (come genere, etnicità e predisposizione genetica) e fattori protettivi della salute (come resistenza emotiva), insieme a fattori sociali, economici e ambientali (come reddito, titolo di studio, area geografica di residenza e condizioni lavorative) determinano differenze nella esposizione e nella vulnerabilità degli individidui a condizioni che possono comprometterne la salute. La psoriasi è una malattia cronica, infiammatoria di origine autoimmune con una riconosciuta predisposizione genetica e una prevalenza stimata nel 2% della popolazione mondiale.
L’impatto (psicologico) della psoriasi sulla qualità di vita dei pazienti è significativo e non sempre dipende dalla severità della malattia.
Diversi recenti studi hanno dimostrato che la psoriasi è spesso associata con altri disturbi cronici come il diabete di tipo 2, l’obesità e le patologie cardiovascolari. La presenza di queste comorbidità nei pazienti psoriasici ha importanti implicazioni nella loro gestione clinica. L’attenzione verso questo problema è inoltre cruciale per diminuire le malattie associate e la mortalità. In più, le comorbidità certamente rappresentano un ulteriore carico economico sia per i pazienti, sia per la sanità.
L’obiettivo del nostro studio è stato valutare, nei pazienti psoriasici, i fattori di rischio come caratteristiche socio-demografiche, le abitudini al fumo, consumo di alcool e la zona di residenza (urbana o rurale) che sono associate con l’ipertensione, il diabete di tipo 2 e l’obesità, al fine di pianificare programmi di educazione sanitaria indirizzati alla prevenzione dell’insorgenza o della progressione delle comorbidità.
DISCUSSIONE
Il presente studio ha caratterizzato i pazienti psoriasici italiani in considerazione a variabili socio-demografiche, abitudini al fumo, consumo di alcool e correlati rischi di comorbidità. Il nostro studio fornisce ulteriori evidenze che l’ipertensione, l’obesità e il diabete di tipo 2 sono associate alla psoriasi. Relazioni precedenti hanno, infatti, provato a stabilire se le patologie associate come diabete, ipertensione e obesità precedono la comparsa della psoriasi o sono la conseguenza.
In linea con le precedenti prove, abbiamo dimostrato che l’ipertensione è stato riscontrato essere la malattia cronica più frequentemente associata alla psoriasi.
Nel nostro studio, un più alto rischio di ipertensione è stato riscontrato nei pazienti psoriasici con più di 40 anni e nei maschi. Sulla base dei nostri risultati che mostrano un aumento della frequenza dell’ipertensione con l’aumento dell’età, sarebbe ragionevole supporre che questo potrebbe essere collegato allo stile di vita piuttosto che a fattori genetici. Dovrebbe inoltre essere considerato che l’aumento dell’ipertensione con l’età potrebbe essere dovuto ad una diretta relazione con l’arterosclerosi.
I pazienti psoriasici che fumano più di 15 sigarette al giorno e regolarmente bevono più di 2 bicchieri di vino al giorno corrono un maggior rischio di ipertensione. In questi pazienti un cambiamento dello stile di vita è cruciale poichè l’infarto miocardico ha una incidenza maggiori nei pazienti psoriasici rispetto alla popolazione in generale. Inoltre, Mallbris et al. hanno riportato che nei pazienti psoriasici con una storia di ricovero ospedaliero dovuto alla psoriasi, c’è un aumento di morti cardiovascolari in confronto alla popolazione in generale.
Nel nostro studio, la seconda malattia maggiormente associata alla psoriasi è l’obesità, che è noto essere un rischio sia per l’ipertensione, sia per il diabete di tipo 2. E’ stato riscontrato che le donne nel gruppo di età 40-59 anni hanno il più alto rischio di obesità. Una ulteriore significativa scoperta che è emersa è stata quella che i pazienti che vivono in aree urbane ed estremamente urbane hanno un maggior rischio di obesità. Questo è in linea con i risultati di uno studio su un vasta parte della popolazione che ha messo in evidenza l’obesità nelle donne di mezza età che vivono in aree urbane. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che le popolazioni urbane stanno diventando sempre più sendentarie come risultato del rapido aumento del trasporto motorizzato, dell’espansione urbana incontrollata e delle ridotte opportunità di attività fisiche giornaliere nell’ambito casalingo e lavorativo
Il nostro moderno ambiente “obesogenico” in combinazione con una dieta non appropriata e inattività fisica, hanno serie implicazioni sui livelli di obesità, così come le implicazioni che hanno su altre altre malattie croniche come il diabete di tipo 2. Globalmente è stato stimato che il diabete sia la quinta causa che porta alla morte.
I nostri risultati dimostrano che il rischio di diabete è più alto per i pazienti che vivono in ambienti urbani ed estremamente urbani e aumenta con l’età. Questo più alto rischio può probabilmente essere collegato ai cambiamenti nei modelli alimentari, nell’attività fisica e nello stile di vita che sono associati all’urbanizzazione. Recenti test clinici forniscono evidenze che l’attività fisica associata alla dieta e alla perdita di peso può prevenire il diabete in diverse popolazioni e gruppi di età. Studi relativi all’esercizio fisico aggiungono prove al fatto che l’attività fisica migliora la sensibilità insulinica, indipendentemente da ogni effetto di perdita di peso e distribuzione del grasso.
I risultati complessivi del nostro studio sottolineano il bisogno di individuare pazienti psoriasici con diverse predisposizioni alle comorbidità, e l’esigenza di sensibilizzare i pazienti su questo e favorire il cambiamento del loro stile di vita. Pianificare una campagna per cambiare lo stile di vita dei pazienti con psoriasi e comorbidità richiede un approccio multidisciplinare, che coinvolga diabetologi, cardiologi e i medici generici, così come i dermatologi. E’ necessaria un’azione concertata per ri-orientare i sistemi sanitari e politiche per fornire una cura preventiva a lungo termine
Emma Altobelli, Raimondo Petrocelli, Sergio Tiberti – Dipartimento di Medicina Interna e di Salute Pubblica, Università dell’Aquila
Mara Maccarone – ADIPSO
Gianfranco Altomare – Istituto di Dermatologia, IRCCS Galeazzi di Milano
Giuseppe Argenziano – Dipartimento di Dermatologia, Seconda Università di Napoli
Alberto Giannetti – Dipartimento di Dermatologia, Università di Modena e Reggio Emilia
Andrea Peserico – Dipartimento di Dermatologia, Università di Padova
Gino A. Vena – Dipartimento di Dermatologia, Università di Bari
Sergio Chimenti – Dipartimento di Dermatologia, Università di Roma Tor Vergata
Ketty Peris – Dipartimento di Dermatologia, Università de L’Aquila