l’area del cervello in cui vengono elaborati meccanismi grammaticali e lessicali
Uno studio effettuato presso la School of Medicine dell’Università della California a San Diego fornisce un interessante quadro di alcuni meccanismi di funzionamento della mente umana per quanto concerne l’elaborazione del linguaggio.
“Due profondi misteri permeano ancora le nostre conoscenze in questo campo: il primo riguarda il modo in cui i processi cognitivi superiori come il linguaggio sono integrati nel cervello; il secondo la natura di una delle regioni meglio conosciute della corteccia cerebrale: l’area del Broca”, ha esordito Ned T. Sahin, ricercatore del Dipartimento di psicologia della Harvard University spiegando i risultati della ricerca ora pubblicati sulla rivista “Science”.
Poiché il linguaggio complesso è esclusivo degli esseri umani, è assai difficile studiare i meccanismi neurali che ne sono alla base con procedure che siano al contempo efficaci e non invasive. I metodi di imaging del cervello come la risonanza magnetica funzionale, spesso utilizzati per rilevare l’attività neurale connessa a diversi compiti o competenze, rilevano l’attivazione di migliaia di milioni di neuroni insieme su un periodo di tempo piuttosto lungo.
Per documentare in che modo il cervello umano elabora la grammatica e produce le parole, i ricercatori hanno utilizzato una procedura denominata elettrofisiologia intracranica (Intra-Cranial Electrophysiology, o ICE), che ha consentito di distinguere spazialmente l’attività cerebrale collegata al linguaggio con un’accuratezza spaziale di circa un millimetro e temporale di circa un millisecondo.
“Abbiamo mostrato che i distinti processi linguistici sono elaborati all’interno di piccole regioni dell’area del Broca, separati nel tempo e parzialmente sovrapposti nello spazio”, ha continuato Sahin.
Più in particolare, i ricercatori hanno trovato gli schemi di attività neurale che indicano le elaborazioni lessicali, grammaticali e di articolazione del linguaggio, rispettivamente, circa 200, 320 e 450 millisecondi dopo la presentazione di una parola target. Inoltre, gli schemi di attivazione sono risultati identici per sostantivi e verbi e simili tra diverse persone.
“La prima evidenza che parti del cervello possono corrispondere a parti della mente fu la scoperta che i pazienti con un danno all’area del Broca erano incapaci di parlare ma potevano ugualmente pensare. A 150 anni dalla sua scoperta, il progresso nella comprensione del modo in cui l’area del Broca contribuisce al linguaggio è sconcertante”, ha spiegato Eric Halgren, professore dell’UCSD. “Questi risultati suggeriscono che l’area del Broca consista in realtà di diverse parti sovrapposte che svolgono distinti passi di elaborazione in una ‘coreografia’ attentamente calibrata, una danza che potrebbe essere rimasta non rivelabile a causa del livello di risoluzione dei precedenti metodi.”