Riformazione cartilagine da staminali del sangue
Al Congresso della British Orthopaedic Association un gruppo malese ha annunciato di aver ottenuto il risultato: ma c’è scetticismo.
C’è un’altra puntata nell’eterna saga delle cellule staminali. Basterebbe iniettare nel ginocchio, insieme con acido ialuronico, staminali prelevate dal sangue, per far ricrescere la cartilagine dell’articolazione quando questa è così danneggiata che la lesione è a tutto spessore. Lo studio è stato presentato a metà settembre al British Orthopaedic Association Annual Congress di Manchester e non è ancora stato pubblicato. Khay-Yong Saw, l’ortopedico che ha presentato il lavoro, sostiene di aver già effettuato la procedura su almeno 160 pazienti, ma il lavoro presentato al congresso britannico ne riguarda solo dieci, che sono stati ricontrollati a distanza di due anni dal trattamento.
IL LAVORO – «Prima di tutto abbiamo sottoposto i pazienti con una perdita totale della cartilagine articolare che fa da cuscinetto all’interno del ginocchio a un intervento in artroscopia» racconta Khay-Yong Saw , fondatore del Kuala Lumpur Sports Medicine Centre, «nel corso del quale abbiamo effettuato delle perforazioni multiple, come spesso si fa per stimolare la rigenerazione della cartilagine». Gli ortopedici malesi però non si sono fermati qui: dopo l’intervento hanno prelevato cellule staminali dal sangue degli ammalati, le hanno coltivate e dopo una settimana hanno cominciato la parte più innovativa della cura. Cinque volte la settimana iniettavano nell’articolazione operata una dose del preparato di cellule, insieme con una componente della cartilagine, l’acido ialuronico. Il dolore e le difficoltà di movimento, a detta dei medici malesiani, sarebbero migliorate dopo la cura, e un certo grado di rigenerazione della cartilagine sarebbe stata dimostrata alla risonanza magnetica e con una biopsia.
IL COMMENTO – La notizia non deve però spingere chi soffre per la perdita delle cartilagini del ginocchio a intraprendere un viaggio della speranza. E non solo perché i disturbi provocati da questa patologia non richiedono tanto, ma anche perché ci sono seri dubbi che il sistema dei medici malesiani funzioni più di qualunque altro trattamento effettuato in Italia. Prima di tutto, i loro risultati non sono stati messi a confronto con quelli di un gruppo di controllo in cui sia stato effettuato lo stesso trattamento senza l’uso delle staminali. «Ma soprattutto» obietta Paolo Bianco, docente di anatomia patologica presso il Dipartimento di medicina sperimentale dell’Università la Sapienza di Roma ed esperto dell’argomento, «le cellule staminali che si trovano nel sangue degli esseri umani non possono dare origine a un tessuto cartilagineo. Occorre quindi molta prudenza e cautela nel dare per acquisito quanto riportato in un congresso. Esistono decine di studi che hanno preso in considerazione la possibilità di ricavare cartilagine da cellule provenienti dal midollo osseo, che ne sono i veri precursori. Ma finora, pur utilizzando una sorgente di cellule assai più appropriata del sangue periferico, nessuno è riuscito a ottenere una cartilagine stabile, che non vada incontro a ulteriori trasformazioni».
Roberta Villa