Trapianto reni: si valutano le strategie antirigetto

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schema_immunosoppressione

schema immunosoppressori

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Bologna, 8 ott. – L’immunotolleranza come nuovo modo di concepire le terapie anti-rigetto nei trapianti d’organo: la lettura magistrale sull’argomento resa dal professor Herman Waldman dell’Oxford Centre for Clinical Immunology e’ stato uno dei topics piu’ importanti affrontati nella prima giornata del Congresso della societa’ italiana di Nefrologia apertosi oggi a Bologna. Secondo lo studioso le attuali strategie immuno-soppressive cercano di prevenire o curare gli episodi di rigetto, bloccando o sopprimendo la risposta immunitaria del trapiantato rispetto ai tessuti del donatore. Con questo approccio, gli organi trapiantati non saranno mai realmente ‘accettati’ dal trapiantato, anche se non verranno mai rigettati finche’ l’immunosoppressione riuscira’ a tenere sotto controllo il sistema immunitario del trapiantato.
Nonostante il trapianto di pancreas o di rene-pancreas siano in grado di migliorare la qualita’ della vita di un diabetico trapiantato e possano persino salvargli la vita, l’immunosoppressione tradizionale e’ associata a effetti negativi nel breve e nel lungo periodo. Paradossalmente, alcuni immunosoppressori causano essi stessi il diabete, l’insufficienza renale e possono causare, nel lungo periodo, problemi all’organo trapiantato. In teoria, molti degli effetti negativi degli immunosoppressori potrebbero essere eliminati se il sistema immunitario del paziente trapiantato potesse ‘tollerare’ i tessuti trapiantati, piuttosto che semplicemente ‘non combatterli’ attraverso l’immunosoppressione. Deprimere il sistema immunitario del trapiantato in modo che sia tollerante rispetto ai tessuti donati e’ la cosiddetta ‘immunosoppressione tollerogenica’. I trapiantati di pancreas e di isole, di fegato, di rene, di cuore ne trarrebbero un enorme beneficio, visto che molti degli effetti negativi dell’immunosoppressione ‘classica’ coinvolgono organi che sono gia’ colpiti dal diabete o dalle malattie intercorrenti (come l’aterosclerosi) che colpiscono il cuore, i reni e nervi. Evitare, per esempio, medicine che sono tossiche per i reni, permetterebbe ad un numero maggiore di diabetici che abbiano gia’ una lieve o una moderata nefropatia di sottoporsi al trapianto di solo pancreas (PTA) piuttosto che a quello di rene-pancreas (SPK). Eliminare il bisogno di un trapianto di rene, ridurrebbe il rischio chirurgico nel trapiantato e ‘lascerebbe’ un rene ad un altro paziente in insufficienza renale. L’immunosoppressione tollerogenica viene attualmente sperimentata in studi pilota. In questi protocolli sperimentali si deprimono profondamente i linfociti del trapiantato (una componente dei globuli bianchi) subito prima del trapianto ed inmediatamente dopo. La risposta immunitaria si autoriduce e l’organo trapiantato viene piu’ facilmente accettato.

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