La fucina del linguaggio nel nostro cervello localizzata nelle stesse aree
Le aree che decodificano le parole scritte o udite sono responsabili anche dell’interpretazione dei significati delle espressioni gestuali, ossia dei movimenti del corpo e delle mani che usiamo come veicolo di significato senza che debbano essere tradotti in specifiche parole o frasi.
A confermare questa ipotesi e a suggerire che, proprio per questa ragione, esse siano state il punto di partenza evolutivo dello sviluppo del linguaggio è una ricerca condotta da neuroscienziati della Hofstra University School of Medicine a Hempstead, e della San Diego State University che firmano un articolo pubblicato su”Proceedings of the National Academy of Sciences” (PNAS).
“Nei bambini piccoli, la capacità di comunicare attraverso gesti precede il linguaggio parlato ed è possibile prevedere le abilità linguistiche del bambino sulla base del suo repertorio gestuale nei primi mesi”, ha osservato James F. Battey, direttore del National Institute on Deafness and Other Communication Disorders (NIDCD) nel quadro dei cui progetti di ricerca è stato condotto lo studio.
“Queste scoperte non forniscono solo una stringente prova a proposito delle aree cerebrale in cui ha origine il linguaggio, ma aiutano a anche a spiegare l’interrelazione che esiste fra linguaggio e gesti quando il bambino sviluppa le proprie capacità linguistiche.”
Le arre cerebrali interessate comprendono il giro frontale inferiore, l’area di Broca e l’area di Wernicke.
Nello studio sono stati considerati due tipi di gestualità: le pantomime, che mimano oggetti o azioni, come l’avvitamento di un tappo, e gli emblemi, usati solitamente nelle interazioni sociali e che hanno un significato astratto ed emotivamente più carico rispetto alle pantomime, come quando per esempio si accosta un dito alle labbra per indicare ‘non parlare’ o si passa una mano sulla fronte per esprimere una sensazione di gran caldo.
“I nostri risultati corroborano la teoria secondo cui i comuni antenati di grandi scimmie dell’essere umano comunicassero con gesti ricchi di significato e che col tempo le aree cerebrali che elaboravano la gestualità si siano adattate all’uso delle parole. Se la teoria è corretta, le nostre aree del linguaggio possono effettivamente essere ciò che resta di questo antico sistema di comunicazione, che ora continua a elaborare sia i gesti sia il linguaggio”, ha commentato Allen Braun, che ha diretto lo studio