Mastectomia: le staminali impiegate per la ricrescita del seno
Non è un trauma che lascia indifferenti quello della donna che si vede letteralmente amputata parte della fisica femminilità dopo cicli di chemio o radioterapia post intervento.

L’intervento e’ stato provato con successo su delle scrofe che hanno sviluppato nuove mammelle in sei settimane.
La sperimentazione umana, che durera’ tre anni, sara’ condotta su cinque donne dopo una mastectomia, e sara’ il secondo intervento al mondo di ‘ingegneria dei tessuti’ su esseri umani. Se avra’ successo, affermano gli scienziati, la tecnologia verra’ messa a disposizione delle pazienti con cancro al seno.
La procedura comporta l’impianto di una camera sintetica biodegradabile a forma di seno sotto la pelle del torace, che fara’ da impalcatura durante la crescita del nuovo tessuto. I chirurghi quindi dirottano un vaso sanguigno dall’ascella attraverso la camera fino ad un brano di grasso della paziente di 5 ml, il quale cresce spontaneamente riempiendo lo spazio, e forma un nuovo seno nel giro di 4-6 mesi. Il tessuto adiposo smette di crescere quando raggiunge l’impalcatura, in modo da assicurare la forma e la grandezza desiderata. La camera si degrada dopo che il seno si e’ formato, permettendo di realizzare la procedura senza una seconda operazione.
Usare le cellule staminali del proprio grasso per rigenerare parti del corpo e’ un grande passo avanti, ha osservato il direttore dell’Istituto Wayne Morrison, ed e’ solo la punta dell’iceberg. ‘Se il metodo sara’ soddisfacente, potra’ essere usato per trattare qualsiasi difetto di forme, che sia il seno, una deformita’ congenita o un trauma in cui qualcuno ha improvvisamente perso una parte del corpo. Si potra’ far ricrescere un naso o un orecchio’, ha detto.