Morbo di Crohn: due geni alterati alla base della malattia
Una chiave genetica all’origine dei disturbi infiammatori intestinali cronici: si tratta del risultato di uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine e condotto da diversi centri di ricerca tedeschi, inglesi e americani, tra cui l’University College di Londra e l’U.S. National Center for Biotechnology Information.
Gli scienziati hanno infatti individuato una mutazione in due geni che presiedono alla produzione dei recettori dell’interleuchina 10, una proteina che controlla la risposta immunitaria del corpo alle infiammazioni.
Nuove speranze all’orizzonte, quindi, per i pazienti affetti da malattie come la colite ulcerosa e il morbo di Crohn, patologie infiammatorie croniche dell’intestino che, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, sono in costane aumento tra i giovani e, sebbene non si abbiano dati ufficiali sulla loro diffusione in Italia, si calcola colpiscano 100 mila persone.
“Siamo molto entusiasti per questa scoperta – ha affermato Erik-Oliver Glocker, coordinatore della ricerca –. Queste mutazioni genetiche possono avere diverse gravi conseguenze: se il recettore non funziona come dovrebbe, il funzionamento dell’intero sistema immunitario risulta alterato”.
Le malattie infiammatorie intestinali di solito si manifestano in età adulta, ma se si effettuano esami di screening da giovani è possibile identificare i potenziali soggetti a rischio: “Il problema – prosegue Glocker – è che le cause del morbo di Crohn non sono ancora chiare: capire i meccanismi genetici e proteici all’origine della patologia potrebbe rendere più semplici i trattamenti terapeutici per combattere il disturbo”. (ASCA)