Reflusso gastroesofageo: necessarie terapie personalizzate
Due italiani su dieci lamentano sintomi da bruciore di stomaco o rigurgito almeno una volta a settimana e ben quattro su dieci almeno una volta al mese. La malattia da reflusso gastroesofageo è frequente; la scienza medica ha tanti strumenti per diagnosticarla e molti sono anche i farmaci per curarla.
Come utilizzarli in maniera appropriata? Se ne è parlato il 14 mattina a Pisa al congresso nazionale sulla medicina predittiva, promosso dalla società scientifica interdisciplinare Promed Galileo. Per Massimo Bellini, gastroenterologo alla unità operativa universitaria nell’ospedale di Cisanello (Pisa), specialisti e medici di famiglia dovrebbero lavorare gomito a gomito per condividere le loro esperienze e capire quando, di fronte ad un sintomo, occorre aspettare e quando invece occorre intervenire.
Tra le nuove tecniche diagnostiche: la ph-impedenziometria, che permette di capire meglio le modalità del reflusso e quindi permette al medico di scegliere una terapia meglio ‘cucita’ addosso al singolo paziente. Dalla manometria ad alta risoluzione, tecnica di avanguardia disponibile solo in pochissimi centri in Italia, ci si aspetta invece una migliore comprensione delle alterazioni anatomiche e fisiologiche che causano il reflusso. Dal simposio è emerso che sarebbe opportuno costituire un gruppo di lavoro tra medici di famiglia e specialisti per elaborare linee-guida da adottare e mettere in pratica a livello territoriale.