Il modello ‘animale’ in laboratorio, per lo studio della schizofrenia
Dalla rivista PNAS, un abstract sugli studi che potranno essere svolti in laboratorio, inibendo e stimolando cellule cerebrali che regolano il comportamento, emozionale, decisionale, impulsivo.
E cosi’ un topo schizofrenico è stato creato nell’ambito di una ricerca svolta presso il Medical College of Georgia (MCG) mediante la riduzione dell’inibizione delle cellule cerebrali coinvolte nel regionamento complesso e nei processi decisionali sul comportamento sociale appropriato.
I risultati, riportati sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences” (PNAS), chiariscono l’equilibrio critico tra eccitazione e inibizione di queste cellule che sembra deteriorarsi nella schizofrenia. Inoltre, è stato ottenuto il primo modello animale per lo studio di questa patologia psichiatrica che affligge l’1 per cento della popolazione generale.
“Riteniamo che il topo, che mostra parte del comportamento aberrante dei pazienti con questo disturbo, possa consentire in futuro di identificare terapie migliori”, ha commentato Lin Mei, neurobiologo dello sviluppo che dirige l’Institute of Molecular Medicine and Genetics dell’MCG. “Stiamo anche effettuando dei test per verificare se i farmaci antipsicotici già sul mercato siano efficaci nel trattare gli animali.”
I ricercatori dell’MCG hanno ottenuto il topo mediante una delezione di un gene candidato per la schizofrenia, denominato ErbB4, dagli interneuroni, che sono cellule cerebrali che consentono l’inibizione di altri neuroni deputati alla presa di decisione chiamati cellule piramidali.Nei loro lavori precedenti, gli studiosi hanno identificato in che modo ErbB4 e un altro gene candidato, il gene per la neuregulina-1, siano collegati per regolare l’attività di queste cellule piramidali.
In un articolo apparso sulla rivista “Neuron” nel 2007, si mostrò che i due geni mantengono un equilibrio fisiologico tra eccitazione e inibizione incrementando il rilascio di GABA, uno dei principali neurotrasmettitori delle sinapsi inibitorie della corteccia prefrontale del cervello.
Per continuare questi studi, i ricercatori hanno alterato il controllo e l’equilibrio naturale nelle cellule direttamente coinvolte fornendo ai neuroni piramidali l’inibitore GABA grazie al silenziamento del gene ErbB4 nelle vicine cellule a candelabro e a canestro che forniscono GABA alle cellule piramidali.