La medicina rigenerativa punta sulle staminali del grasso umano
Poco invasiva, meno costosa, senza problemi di rigetto o di scarsa disponibilita’: e’ la medicina rigenerativa, una nuova disciplina destinata a superare i trapianti d’organo. Non e’ fantascienza ma una realta’ gia’ applicata quotidianamente per tessuti come pelle, ossa, cartilagini e cornea che permettera’ di superare gli attuali limiti legati alle incompatibilita’. Per la cornea ad esempio, nel 2008 si sono avuti in Italia 6.005 donatori e solo 4.815 trapianti eseguiti. Nelle banche dei vasi, sui 1.013 campioni pervenuti nello scorso anno, solo 422 sono stati distribuiti e ben 591 scartati. Nelle valvole questo ”spreco” e’ ancora maggiore: 132 impianti a fronte di 459 donatori.
La rigenerazione rappresenta quindi un’alternativa concreta: prevede che il corpo ripari i danni inflitti da malattie, incidenti stradali o dall’invecchiamento attraverso le sue cellule staminali.
”La nuova frontiera e’ l’utilizzo di quelle adulte, pluripotenti, prelevate dal grasso con una liposuzione, purificate, arricchite e immesse immediatamente attraverso un innesto nella parte danneggiata dell’organismo – spiega il prof. Valerio Cervelli, direttore della Cattedra di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica di ”Tor Vergata” -. Con questa tecnica e’ stato da poco effettuato in Italia uno dei pochi interventi al mondo di ricostruzione dei glutei. Ma le applicazioni sono vastissime: ferite a lunga guarigione, piaghe da decubito, infarto cardiaco, patologie croniche”.
L’Accademia Nazionale della Scienza USA ha stimato che siano 110 milioni i potenziali beneficiari di terapie basate sull’impiego di cellule staminali, solo negli Stati Uniti: 58 affetti da disturbi del sistema cardiovascolare, 30 colpiti da malattie autoimmunitarie, 16 di diabetici e 10 di osteoporotici. Senza contare gli interventi estetici e quelli conseguenti a traumi.
”I vantaggi sono evidenti – afferma il prof. Carlo Umberto Casciani, commissario straordinario dell’Agenzia per i Trapianti del Lazio -: nessun problema di incompatibilita’, tempi di degenza limitati (una sola seduta e’ sufficiente a rigenerare il tessuto, grazie alla capacita’ delle staminali di attecchire e riprodursi rapidamente), ridotto stress fisico e psichico, guarigione piu’ rapida, si eliminano le attese di un donatore e pure i problemi etici. L’utilizzo di cellule da adulto permette infatti di superare anche il dibattito sulla legittimita’ della ricerca sugli embrioni”.
Tutti questi aspetti sono al centro della Prima Conferenza Internazionale sulla Chirurgia Rigenerativa che per tre giorni riunisce a Monte Porzio Catone oltre 500 ricercatori, provenienti dai migliori 40 centri del mondo, per il meeting promosso dall’Universita’ di Roma Tor Vergata e dall’Agenzia per i Trapianti della Regione Lazio. Un Convegno, presieduto da Casciani e Cervelli, che si svolge in Italia proprio per sottolineare il ruolo d’avanguardia del nostro Paese e dell’Universita’ di Roma Tor Vergata in questo settore.
La nascita della Chirurgia Rigenerativa e’ recentissima: il 2 novembre 2004, quando il governo federale americano approvo’ il finanziamento del California Institute of Regenerative Medicine attribuendogli fondi statali per 3 miliardi di dollari in 10 anni (la stessa quantita’ di danaro destinata allo Human Genoma Project).
Grande impulso e’ stato dato a queste tecniche nel trattamento dei gravi ustionati (con lesione di 3* grado in oltre il 40% della superficie corporea) frequenti in caso di incidenti automobilistici: in questi casi infatti se non si effettua un trapianto di pelle coltivata, proveniente dallo stesso paziente, le possibilita’ di sopravvivenza sono scarsissime.
Ma la medicina rigenerativa necessita di strutture ad alta specializzazione, fra cui svolgono un ruolo di primaria importanza le banche dei tessuti e i laboratori GMP (Good Manufacturing Practicies) autorizzati che hanno il compito di produrre, acquisire, conservare e distribuire i tessuti, certificando la loro idoneita’ e sicurezza.
Allo stato attuale la loro distribuzione in Italia e’ insufficiente per numero e aree coperte, con il Centro-Sud completamente sprovvisto (nulla oltre Firenze). Una grave lacuna perche’ l’officina GMP serve per rivitalizzare anche altri tessuti per l’innesto, come la cornea e l’osso ed e’ quindi di supporto per le rispettive banche. Potra’ poi sviluppare la produzione di valvole cardiache, dei vasi e approfondire la ricerca sull’uso di cellule staminali nei tumori solidi. Su questo fronte l’Italia sconta pero’ un ritardo colpevole. La Direttiva del 31-3-2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio d’Europa raccomanda alle Regioni di procedere alla istituzione di questi centri di alta tecnologia da sole o consorziandosi, in caso di bacino d’utenza insufficiente e detta la normativa per la lavorazione, conservazione, stoccaggio e destinazione dei tessuti e delle cellule umane.
”Il nostro Congresso puo’ rappresentare l’occasione per una riflessione su questi temi – commenta il prof. Achille Gaspari, direttore del Dipartimento di Scienze chirurgiche di ”Tor Vergata” – ed un’accelerazione per un progresso reale: queste strutture di alta tecnologia servono infatti a mantenerci competitivi su una materia emergente ed evolutiva, quale le cellule staminali, ma allo stesso tempo a non far emigrare all’estero i nostri migliori giovani”.
A sottolineare il forte coinvolgimento delle Istituzioni, la cerimonia inaugurale del Congresso si celebra oggi nella Sala della protomoteca in Campidoglio, alla presenza del Viceministro alla Sanita’, prof. Ferruccio Fazio, e delle massime autorita’ del Comune.