Leucemia in fase avanzata: nuovo studio su trattamenti clinici
In occasione di uno dei più importanti appuntamenti al mondo dedicati alla medicina, il 51° Congresso della Società di Ematologia (ASH) di New Orleans, è stato presentato uno studio positivo sull’efficacia di Danusertib – farmaco scoperto da Nerviano Medical Sciences – nella cura di leucemie in fase avanzata.
Nel corso dei lavori, il dott. Jorge Cortes ha esposto i risultati preliminari di una indagine clinica inedita dal titolo “Danusertib idrocloride (PHA-739538), un inibitore delle Aurora Chinasi, induce beneficio clinico nella leucemia cronica (CML) avanzata e nella leucemia acuta linfoblastica cromosoma Philadelphia positiva (Ph+ALL) avanzata”.
“Danusertib è un composto che inibisce tutte e tre le varianti della chinasi Aurora – afferma il dott. Francesco Colotta, Direttore Ricerca e Sviluppo di Nerviano Medical Sciences. “Queste proteine, coinvolte nella mitosi ed essenziali per il completamento della divisione cellulare, sono sovra espresse in molti tipi di cancro. In aggiunta, Danusertib è efficace contro diverse altre chinasi coinvolte in vari tumori, fra le quali ABL che è alla base dell’ insorgenza di CML e di Ph+ALL. E’ inoltre importante segnalare che Danusertib si è dimostrato efficace in vitro contro la forma mutante T315I di BCR-ABL, che rende le cellule insensibili a tutti gli inibitori delle Tirosine Chinasi (TKIs) attualmente registrati”.
Dettagli sullo studio clinico
Sono stati trattati ventiquattro pazienti affetti da leucemie avanzate (CML sia in fase accelerata che blastica e Ph+ ALL) resistenti o intolleranti a Imatinib e/o ad altre terapie di seconda generazione contro c-ABL . Si tratta di uno studio di Fase 1 basato su un disegno 3+3 classico. Scopo dello studio è definire il profilo di tollerabilità, la farmacocinetica e di esplorare evidenza di attività di Danusertib quando somministrato in infusione endovenosa della durata di 3 ore per 7 giorni consecutivi ogni 2 settimane (1° schema di somministrazione) o per 14 giorni ogni 3 settimane (2° schema di somministrazione) a dosi crescenti di farmaco.
La dose raccomandata per la fase 2 non è stata ancora definita. Finora sono stati testati 5 livelli di dose con il primo dei due schemi di somministrazione e l’arruolamento è aperto.
I risultati preliminari dello studio hanno dimostrato che il trattamento con Danusertib è ben tollerato nonostante il farmaco sia somministrato a pazienti molto compromessi e pesantemente pre-trattati e con espressione della mutazione T315I in più della metà dei casi.
Per quanto riguarda la farmacocinetica, i livelli plasmatici sono proporzionali alla dose e indipendenti dal giorno di trattamento, senza accumulo dopo somministrazioni ripetute. Per quanto riguarda l’efficacia, un paziente affetto da Ph+ ALL con mutazione T315I ha ottenuto una risposta ematologica, citogenetica e molecolare completa e rimane in studio da più di un anno con buona tollerabilità del farmaco.
E’ stato inoltre osservato un miglioramento dei parametri ematologici in quasi il 50 % dei pazienti trattati, anche se la durata delle risposta è stata prevalentemente breve.
Il dott. Fabio Latini, Responsabile Clinico del progetto in ematologia, commenta “I risultati di questo studio rappresentano un importante successo soprattutto in considerazione del tipo di pazienti trattati. Queste evidenze incoraggiano la prosecuzione dello sviluppo clinico in tali patologie.”
Lo studio clinico è stato condotto in collaborazione con i ricercatori clinici J. Cortes (MD Anderson Cancer Center di Houston – US), H. Dombret (Hopital Saint Louis a Parigi – Francia), T. Bruemmendorf e P. Schafhausen (University Clinic Amburgo – Germania).
“Danusertib è un farmaco altamente innovativo: è stato infatti il primo inibitore di Aurora ad entrare in sperimentazione clinica ed è, ancora oggi, il più avanzato con diversi studi di Fase 2 in corso. I risultati ottenuti fino ad ora in oltre 500 pazienti con neoplasie ematologiche e oncologiche indicano che Danusertib ha ottime caratteristiche farmacocinetiche, buona tollerabilità ed è stato in grado di indurre stabilizzazioni di malattia e risposte anche di lunga durata in pazienti con forme molto avanzate di cancro. Questi risultati ci confortano e ci spingono a proseguire con fiducia gli studi di Fase 2 in corso in diverse forme di cancro” conclude Colotta.
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