Linfomi: la migrazione di un gene tra le cause responsabili. Studio pubblicato su NATURE
Londra, 10 dic. – Scoperto un collegamento tra una mutazione genetica che puo’ provocare il linfoma e un regolatore genetico che potenzia l’attivita’ di questa mutazione. La scoperta, effettuata dai ricercatori del Program in Cellular and Molecular Medicine e dell’Immune Disease Institute al Children’s Hospital di Boston (Stati Uniti) e’ stata pubblicata sulla rivista Nature. “La mutazione genetica che abbiamo esaminato e’ responsabile dei linfomi, che si originano nelle cellule B, produttrici di anticorpi”, ha spiegato Frederick Alt, primo autore dello studio. “Un gene noto come c-myc si sposta dalla sua posizione originaria alla regione IgH del genoma, fondendosi a essa. In questo modo diventa iper-attivato, provocando il linfoma. Questa traslocazione e’ un meccanismo classico che tramuta un oncogene in un promotore del cancro, ma per anni gli scienziati hanno cercato di capire come esso funziona”.
Le traslocazioni del Dna, spiega Alt, avvengono durante due fasi dello sviluppo delle cellule B, due eventi di ricombinazione che permettono alle cellule di creare gli anticorpi specifici oppure di dare ai propri anticorpi le informazioni necessarie per combattere un’infezione. “Cio’ e’ regolato da alcune regioni del Dna di queste cellule: noi ci siamo concentrati sulla regione IgH3’RR, che aumenta la trascrizione dei geni vicini ad essa durante la ricombinazione”, ha spiegato Alt. “Per verificare se questa capacita’ di potenziamento potesse essere responsabile della maggiore attivita’ del gene c-myc, abbiamo condotto degli esperimenti con topi di laboratorio nel cui genoma il gene c-myc era stato spostato accanto alla regione IgH”. Tutti i topi hanno sviluppato un linfoma delle cellule B, eccetto quelli a cui era stata soppressa l’area IgH’3 RR. “Questo significa che questa zona, che potenzia l’attivita’ genetica dei geni circostanti, e’ necessaria al gene c-myc per promuovere il linfoma”, ha detto Alt. “La scoperta del funzionamento di questo meccanismo ci permette di individuare degli elementi chiave utilizzabili per contrastare il linfoma. Con dei farmaci specifici capaci di inibire IgH’3 RR, infatti, saremmo in grado di bloccare la progressione di questo tipo di cancro”