Malattie sessualmente trasmesse: le ragazze colpite da un’infezione nel primo anno dell’attività sessuale
Maggiori libertà sessuali, adolescenza anticipata, meno tabù… non sempre si traducono in migliore gestione della sessualità e della salute. Difatti, secondo un recente studio della Scuola di Medicina dell’Università dell’Indiana e del Regenstrief Institute, le malattie a trasmissione sessuale sono in costante aumento tra i giovani, e in particolare tra le donne.
Il pediatra dr. J. Dennis Fortenberry suggerisce che sarebbe opportuno che le ragazze eseguano dei test per controllare lo stato di salute entro un anno dall’inizio della loro attività sessuale, dato che il maggior numero di infezioni si verifica entro due anni dall’inizio dei rapporti.
Tra le malattie più diffuse ci sono la clamidia – un’infezione che anche se spesso priva di sintomi, può avere conseguenze anche gravi – e la gonorrea (blenorragia) anch’essa causata da batteri sessualmente trasmissibili che può portare all’infezione dell’uretra, della cervice e che se non curata può aumentare il rischio di acquisizione o trasmissione del virus dell’HIV (Aids).
Lo studio ha coinvolto 381 ragazze di età compresa tra i 14 e i 17 anni all’inizio della ricerca ed è durato due anni.
Questi risultati, sottolineano i ricercatori, giustificano la necessità di proteggere le ragazze sessualmente attive prima che possano contrarre delle infezioni. È importante il dialogo e l’informazione che sia genitori, medici e operatori scolastici possono mettere in atto.