Test del DNA del papillomavirus piu’ efficiente del pap test, per prevenire tumori del collo dell’utero
Uno studio italiano mostra che e’ piu’ accurato il test del DNA del papillomavirus (HPV) per prevenire i tumori del collo dell’utero piuttosto che il classico pap test. E’ quanto emerge da un’analisi condotta da Guglielmo Ronco, del Centro per la Prevenzione del Cancro di Torino pubblicata sulla rivista Lancet Oncology. L’analisi mostra che il test genetico dell’HPV e’ piu’ efficace rispetto al pap test, oggi usato di routine come prima scelta per la diagnosi precoce del tumore; il motivo e’ che con il test genetico dell’HPV si riescono a diagnosticare lesioni del collo dell’utero (causate dall’HPV) in epoca piu’ precoce del pap test.
Questo e’ l’esame che viene consigliato di ripetere periodicamente alle donne sessualmente attive, che potrebbero aver contratto uno o piu’ HPV, strettamente legati al cancro della cervice uterina, tant’e’ vero che oggi alle giovanissime si somministra un vaccino anti-HPV. Se poi il pap test da’ esito positivo si svolgono altre indagini (per esempio la colposcopia). Il test genetico dell’HPV oggi e’ usato per tipizzare i virus dopo un pap test positivo, e quindi non come prima scelta nella prevenzione del tumore. Invece secondo lo studio italiano sarebbe utile farlo di routine come test di prima scelta, come oggi si fa il pap test, perche’ scoverebbe piu’ lesioni di quest’ultimo. Gli esperti hanno valutato rischi e benefici dell’introduzione dell’HPV test per scovare lesioni precancerose del collo dell’utero. Hanno visto quante lesioni precancerose era in grado di individuare ciascuno dei due test, quello del Dna e il tradizionale pap test. E’ risultato che il test del Dna funziona meglio perche’ vede lesioni piu’ precoci. Sulla base di cio’, concludono, e’ consigliabile introdurre il test del Dna come screening test primario per le donne dopo i 35 anni ad intervalli di tempo ancora da stabilire, e riservare invece il pap test solo alle donne che presentano un HPV test positivo.