Un nuovo test per diagnosticare precocemente l’artrite reumatoide
(AGI) – Londra, 28 gen. – Un semplice esame del sangue potrebbe aiutare a diagnosticare l’artrite reumatoide nei pazienti prima della comparsa dei sintomi. Lo ha annunciato un gruppo di ricercatori dell’Universita’ ospedaliera di Umen, in Svezia, in uno studio pubblicato sulla rivista Arthritis & Rheumatism. Alcuni studi precedenti hanno dimostrato che i pazienti che ricevono un trattamento precoce hanno piu’ probabilita’ di essere attivi e di soffrire di meno nonostante l’artrite reumatoide. I ricercatori svedesi hanno detto ora di aver sviluppato un nuovo metodo per aiutare i pazienti a prevedere se svilupperanno la malattia, prima ancora di sentire dolore. “Questi risultati offrono l’opportunita’ per una migliore previsione del rischio di sviluppare l’artrite reumatoide e, di conseguenza, possibilmente di prevenire la progressione della malattia”, hanno detto i ricercatori, La diagnosi della malattia non e’ molto semplice in quanto i sintomi all’inizio sono molto lievi.
Nelle fasi iniziali la malattia puo’ essere facilmente confusa con altre patologie, come il lupus o l’osteoartrite, un’altra forma di artrite, causata dall’usura delle articolazioni. Gli scienziati hanno scoperto che nel sangue, molti anni prima di sviluppare l’artrite reumatoide, si innalzano i livelli di alcune proteine, chiamate ‘citochine’, prodotte dal sistema immunitario. Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno analizzato i campioni di sangue di 86 pazienti presi in esame prima che sviluppassero i sintomi della malattia. Questi campioni sono stati poi confrontati con altri prelevati da 256 persone che non hanno avuto la malattia. “Accogliamo con favore la pubblicazione di questo studio – ha commentato un portavoce della britannica National Rheumatoid Arthritis Society – che si aggiunge alla crescente mole di prove che e’ possibile diagnosticare l’artrite reumatoide prima che le persone sviluppino i primi sintomi”. “Questo e’ importante – ha concluso – perche’ con una diagnosi precoce e’ possibile un trattamento che sappiamo da altre ricerche essere estremamente positivo nel fermare la progressione della malattia”.