Cancro alla prostata: un enzima predittivo del grado di aggressivita’

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Individuato un enzima – EZH2 – che disattiva un gene rendendo il tumore alla prostata piu’ aggressivo: e’ quanto emerge da uno studio messo a punto dai ricercatori statunitensi dell’University of Harvard in collaborazione con l’Harvard’s Brigham and Women’s Hospital.

Attualmente, spiegano i ricercatori, molti uomini con diagnosi di tumore della prostata vengono trattati con radioterapia o chemioterapia, anche se la maggior parte di questi tumori si sviluppera’ tanto lentamente da non essere pericolosa. Il cancro diventa pericoloso quando rende possibile lo sviluppo delle metastasi: ”Per la prima volta abbiamo dimostrato in un modello murino che la mancanza di un determinato gene da’ vita alle metastasi, mentre quando il gene e’ presente le metastasi non si sviluppano”, spiega Karen Cichowski, assistente alla cattedra di medicina nella divisione di Genetica alla Harvard’s Brigham and Women’s Hospital.

In particolare, spiegano i ricercatori, il gene viene disattivato dall’enzima EZH2. La scoperta potrebbe portare a un migliore trattamento del cancro alla prostata: nuovi passi avanti nelle terapie sono possibili, spiegano ricercatori, ”perche’ gli enzimi sono sempre buoni potenziali bersagli terapeutici. Molte aziende stanno gia’ lavorando allo sviluppo degli inibitori di EZH2”.

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