Come le api riconoscono le facce
Le api sono in grado di riconoscere, se non specifiche facce, quanto meno la struttura generale di una faccia. A dimostrarlo è stata una serie di esperimenti condotti da Martin Giurfa dell’Università di Tolosa, in Francia, Adrian Dyer della Monash University, e Aurore Avargues-Weber, che ne riferiscono in un articolo pubblicato sul “Journal of Experimental Biology“.
In un primo esperimento i ricercatori hanno mostrato come fosse possibile insegnare alle api a dirigersi verso un’immagine che riproduceva, stilizzati con punti e linee, i tratti di un volto, e a ignorare un’analoga immagine in cui quegli stessi punti e linee erano disposti in modo da non evocare un viso.
Le api possono dunque imparare a distinguere schemi organizzati come una faccia, ma a questo punto i ricercatori si sono chiesti in che modo esse fossero in grado di categorizzare tali schemi. In altri termini: possono essere addestrate a classificare differenti schemi come simili e dissimili a facce, e ad attribuire correttamente a una di queste classi un’immagine mai vista in precedenza?
A questo punto i ricercatori hanno addestrato le api mostrando loro cinque coppie di differenti immagini, ognuna delle quali era costituita da una serie di punti e linee che andavano a formare o meno una faccia, per essere ricompensate esclusivamente quando si dirigevano su una delle immagini che richiamavano l’idea di un volto. Successivamente hanno collocato nel campo prova delle immagini mai viste prima dalle api per controllare se se si dirigevano su quelle corrette. Cosa che gli insetti hanno puntualmente fatto.
I ricercatori sottolineano che il fatto che le api riconoscano strutture che richiamano una faccia non significa che riconoscano una faccia come tale o che distinguano facce differenti, ma che è in ogni caso notevole che le minuscole strutture cerebrali di cui sono dotate siano in rado di sviluppare un’analisi delle immagini di questo tipo, considerato che alla risoluzione di questo tipo di problema nell’uomo sono dedicate areee cerebrali relativamente ampie.
Giurfa e colleghi osservano che approfondendo lo studio del sistema di riconoscimento facciale adottato dalle api, sarebbe poi possibile sviluppare sistemi di riconoscimento facciale automatico molto più efficienti di quelli attualmente disponibili.