Pancreas artificiale risolutivo per diabetici: realta’ vicina


Il prototipo è stato testato dal gruppo di Roman Hovorka, Alessandra De Palma, Carlo Acerini dell’Università di Cambridge in Gran Bretagna su un gruppo di bambini e adolescenti confrontandolo con un dispositivo più ‘primitivo’ che rilascia a intervalli di tempo costanti dosi di insulina predefinite. Il prototipo è molto intelligente: mantiene in equilibrio la glicemia notturna anche quando il bambino ha mangiato troppo a cena o fatto sport, due condizioni che ‘sballano’ moltissimo i valori glicemici. Il diabete di tipo 1 (insulino-dipendente), o giovanile, è una malattia autoimmune: il sistema immunitario impazzisce e ‘divora’ il pancreas del paziente, o meglio distrugge la parte di pancreas, le isole di Langherans, che produce insullina. Senza più possibilità di produrre insulina, i diabetici devono continuamente monitorare la propria glicemia manualmente e altrettanto manualmente autoiniettarsi insulina ogni volta che la loro glicemia sale. Anche il paziente più scrupoloso purtroppo può andare incontro a bruschi sbalzi, in alto o in basso, di glicemia, che a lungo termine fanno malissimo, soprattutto le ipoglicemie. A rischio sono soprattutto i bambini per i quali è difficile gestire la malattia, e anche per i loro genitori che comunque devono fare i conti con la vivacità del bimbo, le sue attività, i pasti sempre diversi, tutti fattori che causano continue variazioni glicemiche.
In Italia ci sono circa 200 mila persone con diabete 1, di cui 14 mila tra gli 0-18 e di questi 40 mila circa hanno meno di cinque anni, numero destinato a salire perché la malattia affligge sempre di più bimbi in tenera età. Sono stati messi a punto diversi dispositivi parzialmente autonomi nel controllo della glicemia e rilascio di insulina ma mai molto precisi nel fare il loro lavoro e comunque non facili da gestire. Il dispositivo testato in questo lavoro è più avanzato e più preciso grazie ad un sistema a circuito chiuso che permette di regolare l’insulina a seconda della glicemia, e grazie ad algoritmi di controllo infallibili. Hovorka ha condotto tre studi clinici da Aprile 2007 a Settembre 2008, su bambini e adolescenti tra 5 e 18 anni presso il Wellcome Trust Clinical Research Facility dell’Addenbrookés Hospital di Cambridge. Il ‘pancreas sintetico’ è stato confrontato con un congegno primitivo che rilascia insulina in dosi predefinite, che quindi non ‘sente’ in tempo reale il bisogno del paziente.
I giovani indossavano uno dei due dispositivi di notte mentre dormivano. In entrambi i casi c’era il controllo manuale del’infermiera sulla pompa per iniettare insulina. Il risultato è stato che il ‘pancreas artificiale’ controlla molto meglio la glicemia e i livelli di insulina da iniettare dimezzando il rischio di ipoglicemia notturna in ogni condizione del bambino (indipendentemente da cosa ha mangiato a cena o dallo sport che ha fatto di giorno). Anche se c’é stato il controllo manuale dell’infermiera, scrive Hovorka su Lancet, il pancreas artificiale è così preciso da essere utilizzabile anche in ambiente domestico, senza la presenza di un esperto. In futuro si pensa a un dispositivo completamente automatico che trasmetta in wireless i dati dal misuratore glicemico in modo da rendere inutile il controllo manuale, e allora veramente saremo entrati nell’era del pancreas artificiale.
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