Ricerche evidenziano la distribuzione geografica dello Staphylococcus aureus
Per molto tempo i ricercatori si sono interrogati sulla distribuzione geografica dei patogeni microbici, in particolare perché sapevano che capire la loro distribuzione avrebbe contribuito allo sviluppo di strategie per ridurne la trasmissione. Pubblicato sulla rivista PLoS (Public Library of Science) Medicine, la nuova ricerca finanziata dall’UE mostra che il patogeno resistente alla meticillina Staphylococcus aureus (MRSA) viene individuato in diversi cluster geografici europei.
Nell’ultimo decennio gli ospedali hanno registrato un numero crescente di infezioni da MRSA. Per quest’ultimo studio, il professor Hajo Grundmann del Centro medico universitario Groningen, nei Paesi Bassi, ha avviato – insieme ad altri colleghi – uno studio in 450 ospedali in 26 paesi europei nel 2006. Gli ospedali hanno raccolto isolati di MRSA e S. aureus sensibile alla meticillina da pazienti affetti da infezione (MRSA si presenta quando i cloni MSSA diventano resistenti agli antibiotici).
Tramite l’uso della tipizzazione molecolare, i laboratori di tutti i paesi interessati hanno individuato ceppi specifici di S. aureus e hanno inserito le informzioni in un programma di mappatura basata sul web.
Al contrario di quanto molti potrebbero pensare, la ricerca ha mostrato che gli MRSA si diffondono quando i pazienti si spostano da un ospedale all’altro, piuttosto che all’interno della comunità. I risultati hanno anche rivelato che i ceppi di MRSA tendono a raggrupparsi all’interno dei confini regionali.
“Questa importante scoperta suggerisce che il controllo, che mira ad impedire la diffusione all’interno e tra le varie istituzioni sanitarie, potrebbe non soltanto essere fattibile, ma dare anche risultati positivi, e andrebbe perciò fortemente incoraggiata”, hanno scritto gli autori dello studio.
“Abbiamo anche mostrato che una rete di sorveglianza internazionale, che condivide in modo decentralizzato i risultati della tipizzazione su una piattaforma web, potrebbe fornire informazioni cruciali per i medici, i microbiologi diagnostici e i team di controllo delle infezioni, per quanto riguarda le dinamiche della diffusione del S. aureus – e soprattutto la diffusione di isolati MRSA – per fornire avvertimenti precoci sui ceppi emergenti, la diffusione transfrontaliera e l’importazione tramite i viaggi”.
Nella sezione “Perspective” pubblicata su PLoS Medicine, il professor Franklin Lowy della Columbia University ha detto che lo studio “illustra la capacità delle tecniche di mappatura spaziale di contribuire alla comprensione della duffusione di patogeni nuovi o ri-emergenti a livello locale nonché internazionale”.
L’aspetto più importante dello studio sta nel fatto che “mostra il valore potenziale di questo approccio integrato,” ha fatto notare. Lo studio offre anche informazioni sulla distribuzione – casuale o raggruppata – dei cloni di S. aureus.
“Gli autori mostrano che collegando i profili dei ceppi con i risultati dei pazienti, si possono produrre informzioni sulla potenziale virulenza di un particolare clone”, ha spiegato il professor Lowy. “In futuro, questo approccio potrebbe essere applicato ai ceppi isolati dalla comunità, ai ceppi di diversi tessuti o a quelli contenenti – o meno – geni virulenti selezionati”.
Per maggiori informazioni, visitare:
PLoS Medicine:
http://www.plosmedicine.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pmed.1000215
Centro medico universitario Groningen:
http://www.umcg.nl/English/Pages/english.aspx
Ulteriori informazioni sono disponibili all’indirizzo:
http://www.spatialepidemiology.net/srl-maps