Alzheimer: studio su spugne marine determinante nella comprensione del male


Mike Virata e Bob Zeller, che hanno pubblicato lo studio su Disease Models & Mechanisms, sono partiti dall’osservazione che i tunicati, che sono considerati gli organismi invertebrati piu’ vicini all’uomo, hanno tutti i geni ‘necessari’ a far sviluppare l’Alzheimer. Una volta introdotta nei tunicati una proteina mutata che nell’uomo e’ alla base dello sviluppo delle placche all’origine di questa malattia, i ricercatori hanno effettivamente notato in solo un giorno lo sviluppo della malattia nel cervello degli invertebrati, connessa a problemi nel comportamento. Una volta trattati con un farmaco sperimentale anti-placche gli animali sono tornati normali. “E’ una novita’ fondamentale – hanno spiegato gli autori – perche’ tutti i modelli sviluppati in precedenza negli invertebrati non davano luogo alle placche, mentre nei vertebrati queste si formano in diversi mesi. Ora c’e’ uno strumento per testare i farmaci rapidamente”.
