Depressione: validita’ del farmaco ‘studiata’ da un macchinario
Un apparecchio che scruta il cervello rivela se il paziente trarra’ beneficio dai farmaci contro la depressione gia’ dopo una prima settimana di trattamento.
Resa nota dalla rivista Psychiatry Research, si tratta di una buonissima notizia per chi e’ colpito da depressione perche’ ben due pazienti su tre prendono un farmaco per poi accorgersi solo dopo due mesi che la terapia non funziona e quindi vedersi costretti a ricominciare dall’inizio con una nuova medicina.
L’apparecchio che svela l’efficacia del farmaco a inizio trattamento e’ l’electro encefalografia quantitativa (QEEG), un elettroencefalogramma che confronta i tracciati del paziente con tracciati di persone sane e svela subito se il farmaco sta sortendo effetti.
L’idea e’ venuta allo psichiatra Andrew Leuchter dell’Universita’ di Los Angeles.
Nel caso della depressione, per quanto ci siano svariati farmaci a disposizione, ogni paziente e’ un caso a se’ e la terapia che funziona per uno, spesso non funziona per un altro. Leuchter ha visto che gia’ dopo 7 giorni di cura, anche se il paziente non sente nulla di diverso, il cervello cambia in risposta al farmaco e il QEEC svela questi cambiamenti registrando le onde neurali e confrontandole con i tracciati di persone sane.
In questo modo se il farmaco non funziona, nel 74% lo si potra’ sapere subito e tentare con un’altra cura.