Differenza intraspecifica non solo annidata nel genoma, ma in come il DNA lo ‘gestisce’

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La differenza tra una persona e l’altra dipende non soltanto dalle diversità del patrimonio genetico di ciascuno, ma anche dalle differenze nella regolamentazione del Dna. È quanto emerge da uno studio pubblicato su Science dai ricercatori della Yale University di New Haven, negli Usa.

La ricerca, basata sul sequenziamento del genoma di 10 persone, ha dimostrato che la differenza tra gli individui non è dovuta soltanto alla diversità del loro corredo genetico, ma anche al modo in cui questo viene regolato: è possibile infatti che individui diversi siano dotati di copie identiche dello stesso gene, ma è la sua regolamentazione a “fare la differenza”.

Gli studiosi hanno infatti scoperto che a variare da persona a persona, oltre ai singoli geni, sono anche le regioni “non codificanti” di Dna – ossia quelle porzioni di patrimonio genetico che non sono in possesso delle istruzioni per la produzione di proteine – che fungono da “ancore” ai fattori di trascrizione, ovvero le cosiddette “proteine regolatrici”, che a queste si “attaccano” per accendere o spegnere i geni, regolandone la funzione. Proprio le variazioni di queste sequenze di Dna, secondo gli esperti, determinano la differenza nella regolamentazione delle proteine che, a loro volta, a seconda di come interagiscono tra loro possono attivare o disattivare uno specifico gene.

“Il nostro approccio consente di identificare i casi in cui l’abilità di una proteina di accendere o spegnere un gene può essere influenzata dall’interazione con un’altra proteina ancorata in una zona vicina del genoma – spiega Jan Korbel, ricercatore della Yale University -. In questo modo è possibile scoprire dove accadano tali interazioni senza dover analizzare ogni singola proteina regolatrice”.

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