Endometriosi: nuove frontiere per il trattamento

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endometriosis

A VERONA SI RIUNISCONO I MAGGIORI ESPERTI DI
ENDOMETRIOSI: SI DISCUTE DI DIAGNOSI, CURA, INFERTILITA’
E  PATOLOGIE AD ESSA CORRELATE

Verona, 26 marzo 2010. Si svolge oggi e domani a Verona il Congresso “Vivere con l’Endometriosi – Possiamo curarla insieme: molti specialisti…una meta”, presieduto dal Dottor Luca Minelli, Direttore del Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale “Sacro Cuore – Don Calabria” di Negrar – Verona.
Durante l’incontro scientifico esperti europei di endometriosi si confronteranno sulla patologia al fine di contribuire a migliorare il management clinico e sociale delle donne che ne sono affette attraverso un approccio multidisciplinare che preveda l’attivo coinvolgimento di più figure specialistiche.

Il Congresso
L’endometriosi profonda è una delle patologie ginecologiche più frequenti che colpisce 3 milioni di donne in Italia, 14 milioni in Europa e 5,5 milioni nel Nord America; secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità si parla di 150 milioni di pazienti al mondo. Colpisce maggiormente le donne in età riproduttiva tra i 26 e i 35 anni e viene diagnosticata, mediamente, con un ritardo di 7 anni dall’insorgenza (Fonte: Ministero della Sanità Italiana).

Il meccanismo di questa patologia riguarda le cellule dell’endometrio, la mucosa che riveste la cavità uterina che si localizzano al di fuori dell’utero, più frequentemente nell’addome, sotto forma di cisti o noduli che possono interessare le tube, le ovaie e l’intestino. Ogni mese queste cellule subiscono le modificazioni tipiche dell’endometrio: crescono e poi si sfaldano durante il ciclo mestruale causando, spesso, forti dolori pelvici e irregolarità mestruali.

Il trattamento per la cura nella maggior parte dei casi è chirurgico e va individuato di volta in volta valutando l’intero quadro clinico della paziente: l’obiettivo è eliminare la patologia ma anche preservare la funzione riproduttiva e, al contempo, garantire una buona qualità di vita della donna.

“In questi ultimi anni, nel nostro reparto abbiamo trattato chirurgicamente circa 10.000 donne affette da endometriosi severa– ha dichiarato il Dottor Minelli – e posso affermare che la tecnica chirurgica da noi utilizzata permette l’asportazione radicale di tutti i focolai di endometriosi con il ripristino di una normale anatomia anche nelle situazioni più complesse, con il conseguente recupero, per l’80% delle pazienti, di una normale vita sociale e lavorativa e con un recupero della capacita’ riproduttiva del 55%. Un risultato significativo – ha concluso Minelli – raggiunto anche grazie ai sofisticati strumenti diagnostici che impieghiamo e che ci permettono di individuare e circoscrivere le zone malate lasciando intatte quelle sane e non danneggiando strutture nervose ed organi vitali.”

L’endometriosi non solo è accompagnata da sintomi molto dolorosi, talvolta così severi da risultare invalidanti, ma spesso è anche causa di infertilità: il 35% delle pazienti con infertilità presenta endometriosi e dal 30 al 50% delle pazienti con endometriosi presenta problemi di infertilità (Fonte: CRAIG,WILLIAM 2002).

Dati recenti hanno evidenziato come il trattamento chirurgico dell’endometriosi nei primi stadi della malattia ha permesso un aumento delle probabilità di gravidanza pari al 38%; negli stati avanzati della malattia, invece, non esiste un’univocità di comportamento e occorre valutare con attenzione quale trattamento proporre tra chirurgia o fecondazione in vitro (Fonte: Marcoux 1997).
Endometriosi e infertilità
Nel corso del Convegno si discuterà a lungo anche di Adenomiosi, ossia della presenza di tessuto endometriale all’interno del muscolo uterino. In passato, questa patologia è stata poco studiata nelle donne giovani perché generalmente riscontrata nell’età della menopausa, quando è spesso causa dell’asportazione dell’utero.

Negli ultimi anni, invece, si è riscontrato come l’endometriosi pelvica sia, nel 50% dei casi, associata alla presenza di adenomiosi: l’introduzione dell’ecografia transvaginale e, ancora di più, la risonanza magnetica hanno permesso una diagnosi precoce di questa patologia attraverso la valutazione dello spessore della zona giunzionale uterina, cioè dello strato interno dell’endometrio subito al di sotto dello strato muscolare dell’utero, che nelle donne con adenomiosi risulta più sottile. L’adenomiosi può essere responsabile anche di sterilità, sia per l’alterazione del trasporto spermatico intrauterino che per difficoltà dell’impianto dell’embrione

“Ad oggi, non esiste una cura risolutiva per l’adenomiosi – ha affermato la Dottoressa Paola Pomini, Dirigente di Primo Livello Ospedale “Sacro Cuore Don Giovanni Calabria” di Verona – e non sono ancora chiari i meccanismi attraverso il quale questa patologia provochi infertilità. Da numerosi dati appare sempre più importante una diagnosi precoce della malattia ed il trattamento chirurgico presso personale specializzato, in modo tale da cercare di ridurre il rischio di recidiva o il coinvolgimento di organi vitali.

In una review della Cochrane del 2009 sulle terapie alternative per la cura dell’endometriosi, si è posto l’accento sulla medicina cinese confrontandola con quella tradizionale. Dai primi dati raccolti sembra evidente come la medicina cinese ottenga dei risultati sulla sintomatologia buoni e, addirittura, migliori rispetto alla medicina tradizionale. Tali dati necessitano ancora di studi ma i primi riscontri sembrano promettenti.
ENDOMETRIOSI
E’ “malattia misteriosa” che colpisce milioni di donne in età riproduttiva in tutto il mondo. Si manifesta raramente prima del menarca e tende a decrescere sensibilmente dopo la menopausa.
Il nome deriva dalla parola “endometrio”, cioè dal tessuto che riveste la superficie interna dell’utero che cresce e successivamente si sfalda ogni mese durante il ciclo mestruale.  Nell’ endometriosi, l’endometrio si localizza al di fuori dell’utero in altre parti del corpo – più frequentemente nell’addome – sotto forma di cisti o di noduli che interessano le tube, le ovaie, i legamenti dell’utero ed il peritoneo (tessuto che riveste gli organi addominali), l’area tra la vagina ed il retto. Talvolta questi noduli coinvolgono organi importanti come gli ureteri, l’intestino.
Queste lesioni sono spesso causa di dolori pelvici.
La gravità della malattia non è direttamente correlata con la sintomatologia.
Più del 50% delle pazienti che riferiscono algie pelviche sono affette da endometriosi.
Il dolore pelvico incide pesantemente sulla loro salute sia fisica che psichica, in quanto questa patologia coinvolge diversi aspetti della vita sia lavorativa che affettiva. Le lesioni endometriosiche, infatti, possono causare dolori prima e durante le mestruazioni (dismenorrea), dolori prima o dopo i rapporti sessuali (dispareunia), dolore alla defecazione (dischezia), diarrea e/o stitichezza, dolore alla minzione (disuria), dolore pelvico cronico, talvolta irregolarità’ mestruali.
Il trattamento della sintomatologia dolorosa non è definito: può essere trattato con antidolorifici, terapia ormonale e/o chirurgica.
Il Dottor LUCA MINELLI e la scuola da lui fondata in questi anni ha trattato chirurgicamente circa 10.000 donne affette da endometriosi.  La sua tecnica chirurgica – che eradica dal tessuto sano tutti i focolai di endometriosi – ha permesso di mostrare come sia possibile ripristinare una normale anatomia anche nelle situazioni più complesse. Questo atto chirurgico permette alla maggior parte delle pazienti di recuperare una vita normale sia di relazione che riproduttiva. L’80% delle pazienti presenta una riduzione della sintomatologia algica.

ENDOMETRIOSI ED INFERTILITÀ
Nel 35% delle pazienti infertili si riscontra la malattia
Perchè l’endometriosi è causa di infertilità?
L’anatomia viene completamente sovvertita a causa delle aderenze e della situazione infiammatoria;
i fattori che regolano l’ovulazione sono alterati, per cui la capacità di produrre ovociti di buona qualità diminuisce;
nel liquido  peritoneale delle pazienti  affette da endometriosi  vi e’ un aumento dei fattori dell’infiammazione, questo porta ad una alterazione del’ovulazione, del trasporto dell’ovocita e dello spermatozoo, e probabilmente del successivo impianto.

Come trattare le pazienti con endometriosi ed infertilità?
recenti metanalisi evidenziano come il trattamento dell’endometriosi nei primi stadi della malattia sia chirurgico, con un aumento della probabilità di gravidanza del 38%;
il problema è molto più complesso nelle pazienti con stadi avanzati della malattia, rispetto ai quali non esiste una univocità di comportamento. Da una revisione della letteratura, si evidenzia come dopo l’atto chirurgico vi sia un aumento della probabilità di gravidanza, ma questo non giustifica, vista la gravità della malattia ed il coinvolgimento multi organo, la proposta a tutte le pazienti dell’atto chirurgico. Dalla nostra casistica di oltre 3000 casi trattati per endometriosi, abbiamo studiato le paziente trattate per endometriosi allo stadio IV con resezione intestinale ed infertilità  ed abbiamo constatato un aumento della percentuale di gravidanza di circa il  40%;
vista la severità della malattia, soprattutto negli stadi avanzati, occorre valutare con attenzione quale trattamento proporre, FIVET o chirurgia.

ADENOMIOSI
Adenomiosi: presenza di endometrio (cioè il tessuto che riveste la superficie interna dell’utero e che cresce e successivamente si sfalda ogni mese durante il ciclo mestruale) all’interno del muscolo uterino.
Questa patologia è stata studiata inizialmente nelle donne in perimenopausa in quanto è spesso causa di cicli abbondanti ed algie pelviche.
Negli ultimi anni l’attenzione si è maggiormente focalizzata su questa patologia in quanto le pazienti con endometriosi pelvica spesso associano anche la presenza dell’adenomiosi.
Il professor LEYENDECKER dell’Università di Erlangen, Germania, ha elaborato una teoria per spiegare l’insorgere di questa malattia e le sue conseguenze sia sull’architettura dell’utero sia come causa dello svilupparsi dell’endometriosi pelvica.
Ha condotto diversi studi nei quali ha constato come la contrattilità uterina sia diversa nelle pazienti sane rispetto a quelle malate. Le pazienti affette da endometriosi infatti presentano una iperperistalsi (un aumento delle contrazioni uterine).
Ha dimostrato, inoltre, come l’attività contrattile dell’utero sia legata ad un modello detto “archimetra” in cui l’utero è costituito da tre strati che lavorano sinergicamente. Nelle pazienti affette da endometriosi, studiate con la risonanza magnetica, lo strato giunzionale risulta molto più sottile rispetto ai casi controllo. Questo porta ad una una alterazione dell’attività contrattile dell’utero con successivo sviluppo dell’adenomiosi e dell’endometriosi pelvica.
Le cause di questa alterazione dell’archimetra non sono ancora state chiarite;  in diversi studi è evidente come questo sia legato al livello di estrogeni circolante.

2 thoughts on “Endometriosi: nuove frontiere per il trattamento

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  2. sono contenta che si parli finalmente di endometriosi.sono stata operata nel 2007 e quando l’ho conosciuta non sapevo cosa fosse, pensavo fosse normale per una donna avere dolori durante il ciclo,invece mi sbagliavo. da quando avevo 9 anni avevo dolori forti,mentre le mie amiche non si lamentavano mai. adesso sto bene, prendo la pillola e chissà tra un paio danni diventerò mamma.

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