Sull’attivita’ di un enzima potrebbero nascere nuove cure contro obesita’

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Ricercatori canadesi dell’Università di Alberta hanno individuato un nuovo metodo per ridurre i livelli di grasso nel sangue. Una condizione questa che espone a tutta una serie di rischi come malattie cardiovascolari, diabete, nonché malattie del fegato grasso.

Come si sa l’epidemia di obesità sta coinvolgendo tutto il mondo occidentale e non risparmia nessuno, nemmeno i bambini. I costi sociali di questa situazione sono sempre più alti. Si assiste a una riduzione della qualità della vita. Molte più persone sono affette da patologie più o meno gravi con aggravio di spese sanitarie e, non ultimo, un aumento di morti premature.

In questo studio, i ricercatori coordinati dal dr. Richard Lehner, hanno scoperto che diminuendo l’attività di un enzima chiamato Triacilglicerolo Idrolasi (TGH), su modello animale, si ottengono significativi risultati nel ridurre la quantità di grasso nel sangue e nel migliorare il metabolismo del glucosio.
Tra gli altri si è scoperto che  il grasso tende a depositarsi in organi che non hanno lo scopo di immagazzinare il grasso, come il fegato.

Durante i test si è anche scoperto che una diminuzione o un’assenza di TGH protegge le cellule beta del pancreas normalmente addette alla produzione di insulina. Questo fatto è potenzialmente positivo nel proteggere dal possibile sviluppo del diabete nei pazienti obesi. In più, la scarsità o la mancanza dell’enzima nei soggetti analizzati ha mostrato come questi fossero più inclini a bruciare i grassi e come fossero fisicamente più attivi che non quelli con l’enzima presente e attivo.

Secondo il dr. Lehner e colleghi, questa scoperta è molto importante e potrà portare allo sviluppo di nuovi farmaci per combattere tutte le complicanze legate all’obesità come il già citato diabete, le malattie cardiovascolari e la sindrome metabolica, un’associazione di più fattori di rischio.

La Stampa

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