Vertebre artificiali che imitano gli ‘air bag’
Roma, 31 mar – Vertebre artificiali che imitano gli ‘air bag’, interventi mini-invasivi contro le ernie a disco o i danni dell’osteoporosi. Le innovazioni chirurgiche contro i problemi della colonna vertebrale arrivano in corsia. Sono circa 600 i pazienti operati ogni anno presso l’Ospedale di Nuoro, nel reparto di Neurochirurgia, di cui 150 con tecniche chirurgiche mininvasive che consentono guarigione e riabilitazione piu’ rapide.
”Ogni anno nella nostra Regione vengono eseguiti circa 1.800 interventi chirurgici per patologie della colonna vertebrale di cui, un numero in continua crescita, con tecnica mininvasiva”, dichiara il professor Giovanni Pinna, primo aiuto neurochirurgo del reparto diretto dal dottor Orunesu. Le nuove tecniche consentono la stabilizzazione dei segmenti vertebrali lesionati attraverso l’impianto, per via percutanea, di una barra di connessione collegata ai segmenti vertebrali tramite piccole viti, permettendo al paziente di mantenere una completa motilita’ della colonna.
”L’intervento viene eseguito attraverso un’incisione minima, al massimo di 1,5 cm – continua Pinna – , sotto controllo scopico del chirurgo e richiede una degenza al massimo di 4 giorni”.
Discopatie, stenosi, spondilolistesi e fratture sono di gran lunga l’origine piu’ diffusa del disturbo (dall’85% al 90% secondo le statistiche). Non tutte queste cause possono essere rimosse efficacemente con i trattamenti conservativi come fisioterapia, busto o la terapia farmacologica.
L’impatto sociale di queste patologie e gli effetti sulla qualita’ della vita sono estremamente negativi se si pensa che 1/3 dei casi deve sospendere temporaneamente l’attivita’ lavorativa.
Il ricorso al busto ortopedico dopo una frattura delle vertebre si puo’ evitare grazie ad ”un’iniezione di cemento per via percutanea (dopo avere inserito e gonfiato un palloncino che risollevi la vertebra fratturata posizionandola il piu’ vicino possibile all’altezza originale) – spiega ancora lo specialista – in modo da rinforzare e riespandere la vertebra lesionata. Tale procedura e’ eseguita in anestesia locale con una degenza massima di un giorno”.
Per il trattamento delle ernie del disco o delle stenosi spinali lombari che causano la compressione di una o piu’ radici nervose, poi, esiste una procedura di decompressione chirurgica mininvasiva per alleviare la pressione sui nervi spinali attraverso l’inserimento per via percutanea di ‘spaziatori interspinosi’. L’intervento avviene in anestesia locale, attraverso una piccola incisione, minori complicanze e un piu’ rapido recupero funzionale.
”Per quanto riguarda le ernie del tratto cervicale – continua Pinna – l’intervento chirurgico viene adottato nei casi refrattari o con deficit neurologici progressivi”. Per accelerare il recupero e la guarigione si adopera un innovativo disco vertebrale artificiale, in titanio e ceramica, inserito al posto del disco danneggiato, precedentemente rimosso, in grado di preservare il movimento del collo, imitando tutti i movimenti fisiologici, come flessioni, estensioni, piegamenti, rotazioni e allineamenti.
La sua funzione e’ anche quella di proteggere, come una sorta di ‘air bag’, i dischi contigui da anomali sovraccarichi e mantenere il naturale bilanciamento del rachide. ”Il paziente – conclude Pinna – riacquista cosi’, a pochi giorni dall’intervento, la propria mobilita’, senza indossare alcun collare come, invece, necessario per il trattamento tradizionale di ‘fusione”’.
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