AIDS: Parte sperimentazione trattamento antiretrovirale – di mantenimento – con minor effetti collaterali

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MILANO, 21 APR – Una terapia di mantenimento per permettere alle persone sieropositive all’Hiv di proseguire il trattamento antiretrovirale per 20-30 anni in condizioni di quasi normalita’, limitando al massimo gli effetti collaterali. E’ quanto si propone di sperimentare lo studio ‘Nudhiv’ (Nuove diagnosi hiv), frutto della collaborazione fra Regione Lombardia, industria farmaceutica e comunita’ scientifica infettivologica, presentato oggi a Milano nell’ ambito di un convegno nazionale sull’Aids.

Sono tre oggi le principali categorie di pazienti – secondo Adriano Lazzarin (Universita’ Vita-Salute San Raffaele) copresidente del convegno insieme a Giovanni Di Perri (Universita’ di Torino): 1) – quelli appena diagnosticati, da sottoporre a terapia di attacco;
2) – quelli che in seguito al trattamento antiretrovirale tradizionale hanno raggiunto una condizione da malattia cronica e hanno bisogno di una terapia di mantenimento;
3) – quelli infine che, in percentuale sempre piu’ bassa, sono da salvare dopo il fallimento di una terapia contro cui hanno attivato resistenze.

”Oggi la maggior parte dei pazienti appartiene alla seconda categoria – afferma Lazzarin – e devono continuare ad essere trattati, mantenendo una viremia del sangue negativa e una buona capacita’ di risposta immunitaria che garantisca loro di restare lontani dalle infezioni opportuniste e di non progredire verso la malattia conclamata”.

Il problema non e’ semplice: si tratta di alleggerire il trattamento di attacco, quello con 3 farmaci antiretrovirali, e risparmiare al paziente pesanti effetti collaterali, senza penalizzare l’ efficacia della cura. ”Lo studio Nudhiv – spiega Anna Pavan, dirigente profilassi malattie infettive della Regione Lombardia – e’ partito il primo aprile scorso in tutte le unita’ di infettivologia della Lombardia. Con esso verra’ sperimentato su 252 pazienti, per 48 settimane, l’ utilizzo di un solo farmaco (lopinavir-ritonavir), al posto dei tre d’attacco. Ci sara’ poi per tutti i pazienti un periodo di osservazione fino al compimento del secondo anno. Se i risultati saranno positivi, questo trattamento potra’ diventare quello d’ elezione a livello nazionale”.

In Lombardia i pazienti con Hiv sono 44 mila. L’ Italia – secondo Di Perri – con una stima di 150 mila sieropositivi all’ Hiv – e’ il Paese europeo col maggior numero di casi, davanti a Francia e Spagna. Oggi in Italia si stima che i nuovi casi di infezione siano 4.500 l’anno, il 20% dei quali in persone di nazionalita’ non italiana. Nella meta’ dei casi si tratta di diagnosi tardive, in persone che non sapevano di essersi infettate anni prima. (ANSA)

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